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Brunetta attacca: “Berlusconi ucciso dallo Stato, ora merita la grazia”

Dopo la sentenza di appello nel processo Ruby, Renato Brunetta torna ad attaccare i magistrati e spiega: “Ora la grazia a chi ha ingiustamente sofferto”.
A cura di Redazione
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Mentre analisti e commentatori si dividono sul senso "riabilitativo" della decisione dei giudici della Corte d'Appello, che hanno assolto con formula piena Silvio Berlusconi dalle accuse di prostituzione minorile e concussione (per le quali era stato condannato a 7 anni di carcere in primo grado) nell'ambito del processo Ruby, è ancora Renato Brunetta ad insistere sulla necessità di un gesto forte da parte del Presidente della repubblica Giorgio Napolitano. Per il capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, infatti, si rende necessario un "gesto di pacificazione", la grazia appunto, in modo da "pulire il fango" e ricompensare Berlusconi che ha "ingiustamente sofferto" e che "è stato ucciso con strumenti dello Stato".

È durissima la ricostruzione dell'ex ministro: "Hanno un bel dire i boia dalla penna a forma di scimitarra mozza-teste, che il bunga bunga resta un'infamia, che l'onta internazionale e' meritata e intatta. Bugie! Le notizie che sono servite ad assassinare la reputazione del presidente del Consiglio italiano sono state raccolte con metodi invasivi della sua vita intima da chi? Dalla magistratura, la quale ha sparso per il mondo intercettazioni, deposizioni, pedinamenti in funzione della individuazione e la condanna per reati gravi come la concussione e ignobili come la prostituzione minorile. Zero. Vero niente. Falso tutto. Vergogna ai diffamatori".

Napolitano non darà la grazia a Berlusconi

Va però detto che la posizione del Quirinale non sembra essere mutata e Napolitano ha più volte chiarito di volersi attenere alla prassi in tema di concessione della grazia: in tal senso l'assoluzione in appello nel caso Ruby non costituirebbe un ulteriore elemento di riflessione. Così come sembra necessario tenere separato il piano dell'impegno di Forza Italia nel percorso di riforme concordato con Matteo Renzi, da quello delle vicende processuali del Cavaliere: ma questo è uno dei pochi punti sui quali sembrano essere tutti d'accordo.

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