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Benzina, cosa cambia con il decreto sulla trasparenza dei carburanti varato dal governo

Dal 2023, dopo la fine degli sconti sulle accise, il governo ha varato un “decreto sulla trasparenza dei carburanti”. Ecco tutte le novità, dall’obbligo di esporre il prezzo medio nazionale ai buoni benzina da 200 euro.
A cura di Annalisa Girardi
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L'aumento dei prezzi di gasolio e benzina, dopo il taglio dello sconto sulle accise deciso dal governo in Manovra ed entrato in vigore nel 2023, è finito sul tavolo del Consiglio dei ministri. Per l'esecutivo i rincari sono frutto della speculazione, ragion per cui i ministeri di Economia e Imprese hanno deciso di varare un "decreto sulla trasparenza dei carburanti", che rafforza anche i poteri di controllo e sanzione del Garante dei prezzi.

In un comunicato, Palazzo Chigi spiega il contenuto del provvedimento. Per prima cosa, si legge, nel periodo tra gennaio e marzo 2023 i datori di lavoro potranno cedere ai propri dipendenti buoni benzina per il valore di 200 a lavoratore, che non concorrono alla formazione del reddito.

Inoltre, con in nuovo decreto si obbligano gli esercenti che vendono carburante, quindi i benzinai, a comunicare il prezzo medio nazionale calcolato giornalmente dal ministero: la cifra deve poi essere esposta a fianco dei prezzi che vengono applicati in quel preciso distributore. Gli esercenti che violano questi obblighi in materia di comunicazione ed esposizione dei prezzi vanno incontro a sanzioni amministrative rafforzate. I recidivi, inoltre, rischiano anche la sospensione dell'attività per periodi che possono andare dai sette ai novanta giorni.

Un'altra novità introdotta dal decreto trasparenza riguarda i collegamenti tra il Garante dei prezzi e l'Antitrust, ma anche con la Guardia di Finanza, che vengono rafforzati "per sorvegliare e reprimere sul nascere condotte speculative". Infine, il governo ha deciso di istituire una "commissione di allerta rapida per la sorveglianza dei prezzi finalizzata ad analizzare, nel confronto con le parti, le ragioni dei turbamenti e definire le iniziative di intervento urgenti".

Non sono mancate le critiche dalle opposizioni, secondo cui il governo starebbe puntando il dito contro una presunta speculazione invece di riconoscere che gli aumenti sono la diretta conseguenza della fine dello sconto sulle accise, stabilita dal governo stesso in legge di Bilancio. "Dopo aver aumentato le accise Meloni e Salvini si domandano preoccupati chi abbia fatto impennare il prezzo della benzina – scrive il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, su Twitter – Per avere la risposta non serve una commissione di inchiesta, è sufficiente che si facciano un selfie".

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