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Autostrade, M5s contro Benetton: “Ipocrita, dice sì ai soldi e no alle responsabilità”

Il Movimento Cinque stelle replica alla lettera inviata ad alcuni quotidiani da Luciano Benetton per chiedere la fine della campagna d’odio contro la famiglia sul caso Autostrade. “Vedevano negli anni miliardi di euro di ricavi e non hanno avuto nessuno scrupolo a chiedersi se quei ricavi non derivassero anche dai mancati investimenti in manutenzione e sicurezza” scrivono i pentastellati.
A cura di Antonio Palma
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Benetton Luciano

"Se tutto è colpa o merito del management allora perché la famiglia Benetton si è presa tutti questi miliardi nel corso degli anni?", così il Movimento Cinque stelle replica alla lettera inviata ad alcuni quotidiani da Luciano Benetton, fondatore del gruppo industriale che controlla anche la società Atlantia, per fare il punto sulla vicenda di Autostrade e chiedere la fine della campagna d'odio contro la famiglia. Benetton "con il massimo dell’ipocrisia possibile sostiene che la sua famiglia, che controlla Autostrade per l’Italia, non avrebbe alcuna responsabilità nei confronti della direzione della società autostradale. Una contraddizione evidente anche a un bambino" si legge in un post apparso sul blog delle stelle che attacca duramente la famiglia di industriali accusandola di aver preso i soldi dei ricavi ma di non volere le responsabilità.

"Vedevano negli anni miliardi di euro di ricavi e non hanno avuto nessuno scrupolo a chiedersi se quei ricavi non derivassero anche dai mancati investimenti in manutenzione e sicurezza" scrivono i pentastellati, aggiungendo: "Abbiamo mostrato come in 13 anni di vita Atlantia abbia visto schizzare ricavi e utili, facendo però colare a picco gli investimenti sulla rete autostradale. Chi è responsabile di questa scelta? L’amministratore delegato che rende conto all’azionista di controllo, ossia alla famiglia Benetton". "È credibile che l’amministratore delegato che entra nel 2001 e rimane sino al 2019 non condividesse le strategie con l’azionista di controllo? Affermare che tutto era deciso dal management è ridicolo e paradossale" aggiunge ancora il M5s, concludendo: "Non era forse meglio lasciare allo Stato quei soldi derivanti da una concessione iper favorevole e investirli per ammodernare le strade e per la sicurezza? Forse sì. È proprio quello che vogliamo fare con la revoca della concessione ai Benetton. Così i soldi dei pedaggi non andranno più ad arricchire una famiglia, che non muove un dito e si limita a contare i ricavi".

Sulla lettera di Luciano Benetton è intervenuto anche il leader del Movimento Luigi Di Maio, chiamato in causa in prima persona dallo stesso industriale per i veementi attacchi "che additano la famiglia come fosse collusa nell’aver deciso scientemente di risparmiare sugli investimenti in manutenzioni".  "Le sue parole sono surreali" ha commentato il ministro: "Ma vi pare possibile? È ridicolo. Non c'è niente da fare, davanti ai morti si girano dall'altra parte, ma appena gli tocchi il portafogli impazziscono. Ma per noi la strada è tracciata e sulla revoca della concessione tireremo dritti".

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