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Ius Scholae

Anche la Chiesa è favorevole allo Ius scholae: “Il Paese è cambiato, prevalga la realtà”

Secondo monsignor Gian Carlo Perego, presidente della Commissione episcopale per le migrazioni della Cei “lo Ius scholae va incontro alla realtà di un Paese che sta cambiando”.
A cura di Giacomo Andreoli
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La Cei si schiera a favore dello Ius scholae. La Conferenza episcopale italiana, da sempre uno dei messimi organi della Chiesa Cattolica, interviene così nel dibattito in corso sulla cittadinanza a chi completa un ciclo scolasticodi cinque anni in Italia, con l'apposita proposta di legge che sta per approdare alla Camera. Su questo ddl sono montate le polemiche del centrodestra, con Matteo Salvini e Giorgia Meloni sulle barricate e il primo che ha lanciato un avvertimento, quasi una velata minaccia alla maggioranza di governo, chiedendo di occuparsi di altre cose e dicendo di non poter "accettare altre forzature".

Secondo monsignor Gian Carlo Perego, presidente della Commissione episcopale per le migrazioni della Cei e presidente della Fondazione Migrantes, "la riforma della cittadinanza con lo Ius scholae va incontro alla realtà di un Paese che sta cambiando". Il sacerdote, intervistato dall'Ansa si augura che "le ragioni e la realtà prevalgano rispetto ai dibattiti ideologici per il bene non solo di chi aspetta questa legge ma anche dell'Italia che è uno dei Paesi più vecchi". Quindi, alle forze politiche che affermano non sia una priorità, replica: "Ne parliamo da almeno quindici anni, contrapporre il caro-bollette non ha senso".

Le contrapposizioni politiche sono legate al fatto che la legge sullo Ius scholae per Perego "viene letta con parametri ideologici e non guardando invece alla realtà. Quella di un milione e quattrocentomila ragazzi, dei quali 900mila alunni delle nostre scuole e gli altri che hanno più di 18 anni, che aspettano di essere cittadini italiani". Secondo il monsignore la realtà italiana è anche quella di "cinque milioni e mezzo di migranti che sono un mondo di famiglie, di studenti, di lavoratori: occorre leggere la situazione e utilizzare lo strumento della cittadinanza per rendere partecipi di questa trasformazione le persone che attendono ma anche gli italiani che sempre si sono dette favorevoli, nei sondaggi sono oltre il 70 per cento, a questo provvedimento".

Secondo il rappresentante della Cei, poi, lo Ius scholae potrebbe favorire una maggiore mobilità in Europa e aiuterebbe anche una circolarità del mondo migratorio nel Vecchio Continente. "Ora spetta alla politica fare uno scatto e uscire dalla ideologia", conclude monsignor Perego.

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