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Poletti mette le mani avanti: il 2014 non sarà l’anno della crescita occupazionale

Il ministro del Lavoro del Governo Renzi conferma: “Il 2014 sarà un anno pesante dal punto di vista occupazionale”.
A cura di Redazione
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Dopo settimane, anzi mesi, in cui ci siamo sentiti ripetere che il 2014 sarebbe finalmente stato l'anno della ripresa e della crescita occupazionale ecco che lentamente la prospettiva comincia a cambiare. Dopo la brusca frenata sull'entusiasmo per la spending review, arriva anche la difesa preventiva del ministro del Lavoro Poletti che, intervistato da Rainews sul tema della disoccupazione e sui possibili miglioramenti scaturiti dal piano per il lavoro del Governo, spiega: "Non credo si possano fare valutazioni in questo senso anche perché il 2014 sarà ancora un anno pesante sul piano occupazionale. Abbiamo aziende che hanno chiuso due, tre, quattro anni fa e abbiamo ancora persone che sono in cassaintegrazione, sono statisticamente occupati ma sostanzialmente disoccupati". Il punto, e Poletti ha il merito di fotografarlo con nettezza ed onestà intellettuale, è che "non è possibile fare un bilancio in una situazione dove c'è una coda velenosa della crisi" e per ora il Governo può "lavorare per monitorare questi fenomeni, quindi valutare effettivamente gli esiti che vogliamo costruire".

Del resto, anche sulla spending review il ministro era stato chiaro: "La revisione della spesa non è mai stata e non sarà mai una simpatica gita domenicale […] Tutti legittimamente ci dicono i tagli vanno bene, basta che non tocchino me ma questo è difficile da praticare perché se si taglia la spesa da qualche parte un effetto si produce". Per ora resta dunque solo un auspicio di fondo: "Tutti gli italiani devono avere un'opportunità, non ci deve essere nessuno che sta a casa ad aspettare un sussidio o un lavoro, tutti devono avere una cosa da fare, ma questo non significa avere tutti un lavoro retribuito".

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