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Polemica sulla presunta gaffe di Conte che non ricorda il nome del fratello di Mattarella

Polemica su una frase pronunciata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante il suo discorso alla Camera. Conte ha fatto riferimento agli attacchi social subiti dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui è stato augurato di finire come il fratello, ucciso dalla mafia. Il presidente del Consiglio non ha pronunciato né il nome di Piersanti né spiegato come morì. Delrio, del Pd, ha poi attaccato Conte in aula: “Piersanti, si chiamava Piersanti”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Durante la discussione sul voto di fiducia alla Camera per il governo Conte, scoppia la polemica su una frase del presidente del Consiglio che coinvolge il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Conte, durante la sua replica ai deputati, ha ricordato gli attacchi subiti negli scorsi giorni sui social dal capo dello Stato, facendo in particolare riferimento a un episodio, ovvero a un ‘augurio’ rivolto a Mattarella di fare la stessa fine del fratello, Piersanti Mattarella, assassinato da Cosa Nostra il 6 gennaio del 1980 a Palermo, quando era presidente della regione Sicilia.

Conte ha fatto riferimento all’episodio dell’insulto social senza però nominare Piersanti né spiegando che l’augurio rivolto a Mattarella era riferito alla fine fatta dal fratello. Il presidente del Consiglio ha rivolto un ringraziamento al capo dello Stato “perché una delle cose che mi ha più addolorato nei giorni scorsi è stato quando c’è stato un attacco alla memoria di un suo congiunto sui social – adesso non ricordo esattamente – e questa è stata una cosa che mi è dispiaciuta”. Queste sono le esatte parole pronunciate dal presidente del Consiglio.

Da qui la piccata replica di Graziano Delrio, capogruppo del Pd alla Camera. Durante le sue dichiarazioni di voto, Delrio ha ricordato a Conte che l’episodio riguardava, appunto, il fratello di Mattarella, Piersanti. “Piersanti, si chiamava Piersanti”, ha urlato Delrio in aula rivolgendosi al presidente del Consiglio. Da lì è partito l’applauso da alcune zone dell’aula, soprattutto dai banchi del Pd. Gli applausi sono poi continuati e arrivavano dagli scranni di Pd, Forza Italia e da parte dei deputati di Fratelli d’Italia. In aula in molti hanno invitato tutti i deputati ad alzarsi per tributare un applauso a Piersanti Mattarella, ma i parlamentari di Lega e M5s non si sono alzati.

La replica del MoVimento 5 Stelle è stata affidata al capogruppo a Montecitorio, Francesco D’Uva, che all’inizio del suo intervento per le dichiarazioni di voto ha risposto a Delrio: “È meschino strumentalizzare i nomi delle vittime di mafia per strappare applausi in quest’aula. Soprattutto se questa strumentalizzazione viene da chi, sotto interrogatorio, non ricordava nemmeno che i Grande Aracri fossero di Cutro: eppure ci andava a Cutro a fare la processione…”. Il riferimento di D’Uva è a quando Delrio era sindaco di Reggio Emilia e fu sentito in aula nel processo Aemilia contro la cosca Grande Aracri di Cutro, un paese in provincia di Crotone.

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