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Più vacanze per lavoratori e studenti: la proposta di legge per aumentare le festività nazionali

La proposta di legge presentata da tre senatori del Südtiroler Volkspartei mira a reintrodurre alcune festività soppresse nel 1977, ad esempio la festa del Papà del 19 marzo, il Corpus Domini e l’Ascensione.
A cura di Charlotte Matteini
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Più festività e ponti per tutti, è quanto si prefigge una nuova proposta di legge presentata da tre senatori del partito popolare Südtiroler Volkspartei, Dieter Steger, Julia Unterberger e Meinhanrd Durnwalde. Stando a quanto riferisce il Corriere della Sera, la proposta di legge da poco depositata in Aula mira a reintrodurre una serie di festività soppresse circa 40 anni fa, ad esempio quella di San Giuseppe e il Corpus Domini. Qualora la proposta dovesse essere approvata, le festività reintrodotte permetterebbero ai lavoratori di usufruire di lunghissimi ponti primaverili. I giorni festivi individuati nella proposta di legge del partito sudtirolese sono in tutto 5, di cui due "fissi" e tre a cadenza mobile: la festa del papà (19 Marzo); l'estensione della festività per i santi patroni di Roma, Pietro e Paolo, a tutto il territorio nazionale (29 giugno); l’Ascensione, che cade 40 giorni dopo Pasqua; la Pentecoste, il primo lunedì che cade 50 giorni dopo Pasqua e infine il Corpus Domini , 60 giorni dopo Pasqua.

Secondo i senatori del Südtiroler Volkspartei, il ritorno delle festività soppresse sarebbe un "omaggio alla persone credenti che potrebbero così celebrare le ricorrenze religiose, ma anche ai non credenti che potrebbero dedicare le giornate alle attività di tempo libero". Ad eccezione del 29 giugno, che è sempre rimasto in vigore per la sola città di Roma, i giorni indicati nella proposta di legge erano in passato tutti festa nazionale, fino a quando vennero cancellati da una norma nel 1977. Una cancellazione considerata un errore dai tre senatori sudtirolesi, "figlio di un’epoca in cui si voleva gestire il Paese con maggiore austerità". 

Per quanto riguarda l'estensione della festività di San Pietro e Paolo a tutta Italia, i tre senatori hanno spiegato che "festeggiarli solo a Roma come patroni, come si fa attualmente, sembra un po’ riduttivo se si pensa al loro ruolo e al fatto che gli imperatori romani non erano per ruolo equivalenti ai contemporanei sindaci di Roma". 

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