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Pistola in pugno urlavano “vi ammazziamo”, 7 arresti per aggressione ai migranti a Partinico

Su ordine del gip di Palermo i carabinieri hanno arrestato sette persone, tutti membri di una stessa famiglia tra cui due donne, che devono rispondere dei reati di lesioni e violenza privata, aggravati dalla finalità dell’odio etnico e razziale. Le vittime, sei ragazzini tutti originari del Gambia, erano stati insultati e picchiati in strada la notte di ferragosto da un nutrito gruppo di persone.
A cura di Antonio Palma
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Sette persone, tutti membri di una stessa famiglia tra cui due donne, sono state arrestate  oggi dai carabinieri al termine delle indagini sulla brutale aggressione avvenuta la notte di Ferragosto tra Trappeto e Partinico nei confronti di un gruppo di migranti, cinque dei quali minorenni. Per loro l'accusa è di lesioni e violenza privata, aggravati dalla finalità dell'odio etnico e razziale, per quattro è scattato il carcere per altri tre disposti invece gli arresti domiciliari. Un’ottava persona resta indagata.  Secondo l'accusa il gruppo avrebbe avvicinato i migranti senza motivo iniziando ad insultarli e provocarli con frasi razziste fino all'aggressione fisica e alle minacce con una pistola al grido "vi ammazziamo tutti". “Una prolungata e selvaggia aggressione dettata da abiette finalità di discriminazione razziale” ha scritto il gip  di Palermo Walter Turturici nei provvedimenti cautelari.

Le vittime, sei ragazzini tutti originari del Gambia, avevano partecipato a una festa organizzata da un pub locale con il consenso della direttrice della comunità dove risiedono. All'esterno del locale  mentre aspettavano l'educatrice che li avrebbe riportati in comunità, l'incontro con i loro aggressori. Un contatto pretestuoso con la domanda: “Tutto a posto?”, poi gli insulti. “Che cazzo ridete? Voi venite qua nel nostro territorio, perché non andate in Africa?”, hanno urlato gli aggressori prima di far partire il pestaggio con bastoni di legno e mazze. L'aggressione poi sarebbe proseguita anche una volta che l'educatrice era arrivata. Proprio davanti lei infatti i sette avevano urlato: "Neri di merda, dovete morire, vi ammazziamo tutti. Falli scendere che li porti in comunità tutti morti". Il furgoncino del centro accoglienza era stato inseguito e speronato e uno degli aggressori avrebbe puntato una pistola contro i ragazzi dicendo: "Scendete, devo uccidervi tutti".

Immediata era stata la denuncia degli stessi giovani migranti, ospiti della comunità alloggio "Mediterraneo" che insieme all'educatrice si ernoa rivolti ai carabinieri. I giovani avevano raccontato di essere stati avvicinati senza alcun valido motivo da alcuni cittadini italiani mentre si trovavano sulla riva del mare a Trappeto. Avevano raccontato dello spaventoso inseguimento fino al centro abitato di Partinico dove erano stati costretti a scendere dai veicolo per poi essere di nuovo presi a calci e pugni e colpiti con bastoni. I migranti e l'educatrice avevano riportati lesioni e contusioni con prognosi tra i quattro e i venti giorni. LE indagini condotte dai carabinieri di Partinico e coordinate dalla Procura del capoluogo siciliano ora proseguo per individuare le altre persone coinvolte visto che secondo i testimoni quella notte ernoa almeno una ventina le persone coinvolte nell'aggressione

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