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Pistoia, torturò il cane Pilù della fidanzata e pubblicò il video in rete: inizia il processo

Si apre a Pistoia il processo contro Gaetano Foco, accusato di aver torturato fino a provocare la morte Pilù, la cagnolina della sua ex fidanzata. L’uomo registrò tutte le fasi dell’orrore e poi pubblicò il video in rete. Per la prima udienza le associazioni animaliste hanno organizzato una manifestazione davanti al tribunale.
A cura di Susanna Picone
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Al via a Pistoia il processo che vede imputato Gaetano Foco, giovane accusato di aver barbaramente seviziato una povera cagnolina di razza pinscher, la piccola Pilù, nel maggio del 2015. Foco, che all’epoca dei fatti era fidanzato con la padrona della cagnolina, è accusato di aver filmato tutte le fasi dell’orrore e poi postato il terribile video sul web. Il cane Pilù morì a causa della ferite riportate nell’aggressione. “La nostra associazione – ha detto Walter Caporale, presidente di Animalisti Italiani onlus – appena appresa la notizia ha prontamente querelato il Foco, affinché non restasse impunito quel gesto criminale. L’imputato dovrà rispondere per il reato di maltrattamento di animali. Gli animali hanno il diritto ad avere un difensore nelle cause contro i loro aguzzini. Ho deciso di partecipare al processo contro Foco perché Pilù è uno degli animali simbolo della quotidiana violenza contro i più deboli. Sarò presente anche al presidio davanti al tribunale con tutti gli amici animalisti dalle 14 alle 16. Noi non dimentichiamo mai”.

Cosa rischia l’imputato – L’avvocato Francesca Menconi, rappresentante dell’associazione, ha ricordato i capi di imputazione: “Il decreto di citazione a giudizio dispone sommariamente l’imputazione per i seguenti reati: articolo 61, n. 1 e 544 ter co. 1 e 3 codice penale, perché spinto da futili motivi riconducibili alla volontà di vendicarsi di presunti torti subiti dalla fidanzata maltrattava e creava lesioni al cane di lei. A seguito di tali condotte unite alla circostanza di aver fatto ingerire alimenti incompatibili alla natura dell’animale, cagionava la morte dello stesso, che sopraggiungeva per acidosi metabolica”. Il reato è quello di maltrattamento di animali che può portare alla reclusione da 3 a 18 mesi o alla multa da 5000 a 30.000 euro.

Tante manifestazioni e fiaccolate in ricordo di Pilù – Sono state numerose, negli ultimi anni, le manifestazioni e le fiaccolate in ricordo di Pilù. Dopo la diffusione del brutale video delle torture alla cagnolina in tantissimi in rete avevano chiesto l’arresto dell’aguzzino. L’uomo aveva ripreso se stesso mentre, impassibile, torturava in svariati modi la cagnolina indifesa e il video, poi rimosso da Facebook, in pochissimo tempo era diventato virale. Prima che il filmato finisse in rete l’ex fidanzata dell’imputato e la sua famiglia non avevano idea che Pilù fosse morta per colpa di quell’uomo a cui avevano affidato l’animale solo per poche ore.

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