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Piemonte, protestano i Vigili del Fuoco: “Niente soccorsi in elicottero, pagati una miseria”

Gli operatori in elicottero piemontesi dei Vigili del Fuoco non presteranno servizio nel mese di luglio se non verrà loro confermato il gettone di indennizzo che hanno percepito in questi anni. Senza quel gettone gli esperti del soccorso aereo si trovano ad essere pagati secondo  la tariffa minima “senza tenere conto  del rischio  dell’incarico”.
A cura di Davide Falcioni
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Coloro che nel mese di luglio avranno bisogno di assistenza da parte degli elicotteri dei Vigili del Fuoco in Piemonte potrebbero non riceverla mai. La decisione, che ha dell'incredibile, è stata presa dai tecnici dell'elisoccorso, che non hanno compilato i turni di presenza per il mese prossimo dopo la comunicazione, voluta dal dipartimento centrale, che agli elisoccorritori non sarà più corrisposto il gettone di indennizzo che spettava loro dal 2015. "Quella somma ci veniva data perché noi non possiamo fare i turni di notte", spiegano i tecnici dei vigili del fuoco in una missiva inviata al comandante regionale Antonio Lamalfa e  al responsabile del reparto volo. Gli elisoccorritori infatti volano nell'equipaggio del Drago ma effettuano servizio solo nelle ore diurne.

Come ricorda Repubblica in tutto il Piemonte sono 15 gli uomini e le donne specializzati nel soccorso in elicottero, in grado di calarsi con il verricello per raggiungere persone vittime di incidenti in montagna o in luoghi irraggiungibili via terra. "C'è poca attenzione per questa categoria di lavoratori che ha raggiunto un livello di formazione e professionalità altissimo ", sostengono gli elisoccorritori. La decisione di redistribuire  il fondo con cui veniva pagato il gettone dei tecnici è retroattiva a partire dal 2016. "Ora chiediamo un incontro", affermano i tecnici piemontesi, anche se la protesta potrebbe scattare in tutta Italia, dove gli elisoccorritori sono circa 200. Senza il gettone di indennizzo gli esperti del soccorso  aereo si trovano ad essere pagati secondo  la tariffa minima "senza tenere conto  del rischio  dell'incarico". Non pochi in questi  mesi hanno chiesto il trasferimento alle centrali lasciando la specializzazione e c'è davvero il pericolo che il Piemonte  si ritrovi senza personale importantissimo, soprattutto in mesi in cui gli incidenti in montagna sono all'ordine del giorno.

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