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Piemonte: pillola anticoncezionale e preservativi gratis a minorenni e disoccupate

La Regione Piemonte ha approvato una legge che autorizza i consultori a distribuire pillole anticoncezionali, preservativi, cerotti e spirali alle minorenni e alle donne disoccupate o in difficoltà economiche.
A cura di Davide Falcioni
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Minorenni, donne non abbienti tra i 26 e i 45 anni e disoccupate potranno ottenere gratuitamente anticoncezionali nei consultori piemontesi: non solo preservativi, ma anche anelli, spirali, pillole e cerotti a rilascio ormonale per evitare gravidanze indesiderate. Il provvedimento è inserito nella legge approvata ieri in consiglio regionale su proposta di Marco Grimaldi e Silvana Accossato di Liberi e Uguali, che già prevedeva la possibilità, per le asl, di trasferire i medici da un presidio all’altro in modo da garantire alle donne il diritto all’aborto: esistono infatti anche in Piemonte molte zone in cui la presenza di medici obiettori è largamente maggioritaria e interrompere una gravidanza è pressoché impossibile, soprattutto tra le categorie più vulnerabili – come le giovanissime e le donne in difficoltà economiche. Proprio per questo il provvedimento approvato ieri punta decisamente sulla prevenzione.  Un anticoncenzionale femminile costa tra i 15 e i 20 euro e, secondo Marco Grimaldi, "non dobbiamo mettere le persone nelle condizioni di dover scegliere tra acquistare un anticoncenzionale o dei beni essenziali per la propria famiglia".

I promotori della legge sostengono che quella approvata sia una fondamentale misura preventiva, "perché intercettare le ragazze e le donne, può aiutarle a conoscere le opportunità del servizio nazionale, superare alcune rigidità culturali delle famiglie di origine e in generale mettersi nella condizione di scegliere se rischiare o meno una gravidanza, senza dover considerare tra gli aspetti, anche quello economico". Secondo l’assessore alla sanità Antonio Saitta "qualsiasi misura che miri alla prevenzione ci vede favorevoli".

Il provvedimento, già adottato anche in Emilia Romagna, ha incontrato in quella regione la dura opposizione dei farmacisti, che non l'hanno accolto favorevolmente per l'impatto sul fatturato. Anche in Piemonte, si apprende dal presidente regionale di Federfarma "i farmacisti non sono stati interpellati". Le critiche degli operatori commerciali sono però decisamente più sfumate: "Si direbbe più una campagna politica a sfondo sociale per dare un sostengo a chi per difficoltà economiche in ogni caso non avrebbe accesso a questo tipo di metodi contraccettivi. Si rivolge a una fascia che è già fuori dal mercato della farmacia e sposta davvero di poco le quote di mercato".

Naturalmente la legge è stata duramente osteggiata dalle diocesi: "I ragazzi hanno bisogno di ben altro per formarsi a gestire la loro sessualità, considerando quanto le scelte che si fanno negli anni giovanili sono decisive per il resto dell'esistenza. Come pensare che la sessualità sia ridotta a un puro esercizio del piacere fisico o a un campo di sperimentazione e di conquista?".

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