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Piacenza, uccise la madre e occultò il cadavere: ergastolo per Maria Grazia Guidoni

La decisione della corte di Assise di Piacenza per la donna di 46 anni accusata di aver ucciso nel 2012 la madre malata di Alzheimer nella loro abitazione di Pontenure. Lo avrebbe fatto, per un movente economico, con la complicità del figlio.
A cura di Susanna Picone
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La vittima Giuseppina Pierini
La vittima Giuseppina Pierini

Maria Grazia Guidoni, quarantasei anni, è stata condannata all’ergastolo. La decisione è stata presa dalla corte di Assise di Piacenza, presieduta dal giudice Italo Ghitti. La donna è accusata di aver ucciso la madre malata di Alzheimer Giuseppina Pierini nella loro abitazione di Pontenure, nel Piacentino, il 3 luglio del 2012, e poi di aver abbandonato e nascosto il cadavere nella provincia di Grosseto. Avrebbe agito per un movente economico e con la complicità del figlio Gino Laurini, il quale è stato condannato alcuni giorni fa al termine del processo con rito abbreviato a nove anni di reclusione. Per Guidoni, che dopo la morte della madre aveva denunciato la sua scomparsa, i giudici del tribunale di Piacenza hanno accolto in pieno la tesi accusatoria della pubblica accusa che, al termine della requisitoria, aveva appunto chiesto il carcere a vita per la donna. Doveva rispondere di omicidio volontario premeditato e aggravato, occultamento e distruzione di cadavere e tutta una serie di altri reati minori. La Corte ha stabilito per l’imputata anche l’isolamento diurno per un periodo di tre mesi e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, esclusione dalla successione dei beni della mamma.

Il figlio aveva confessato il delitto compiuto insieme alla mamma – Gli avvocati della difesa avevano chiesto l'assoluzione per mancanza di prove, mentre il pm aveva sottolineato le tante bugie dette dall'imputata anche dopo che il figlio aveva confessato ai carabinieri di aver compiuto il delitto insieme alla madre. Fu lo stesso Laurini a indicare ai carabinieri il punto in cui fu ritrovato il corpo della nonna. Dopo la sentenza la quarantaseienne, che era presente in aula, non è riuscita a trattenere le lacrime e, secondo quanto ricostruiscono i quotidiani locali, prima di rientrare nel carcere di Modena dove è detenuta si è dovuta fermare nel cortile del tribunale per riprendersi dall’emozione della sentenza. I suoi difensori hanno detto che presenteranno ricorso in appello.

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