Piacenza, la nuova moda tra i ragazzini: risse su appuntamento via social. 6 fermati
Risse tra adolescenti previa appuntamento via social: è una moda a dir poco pericolo quella che starebbe dilagando a Piacenza. Una sorta di "fight club" che negli ultimi weekend ha visto protagonisti molti giovanissimi della città. A confermarlo ci sono i numeri della polizia: 63 giovani identificati e 6 fermati da parte dei carabinieri. Un fenomeno in aumento, tanto che il questore della città emiliana, Pietro Ostuni, ha lanciato un appello ai ragazzi: "Non inseguite i falsi miti della violenza, state attenti perché rischiate grosso con la legge". Le forze dell'ordine hanno ricostruito la dinamica degli incontri: un gruppo di dieci ragazzini avrebbe inizialmente organizzato le risse, con tanto dii spettatori, attraverso un appuntamento sui social (Facecebook e Instagram in particolare) nel quale si comunica la location prescelta e l’orario, trattando la rissa come uno spettacolo a tutti gli effetti. “La polizia postale sta scandagliando il web per risalire ai video, alle foto e ai profili che li hanno postati sui vari social. Tutto ciò che si fa in rete lascia traccia – sottolinea il questore piacentino – Mi rivolgo anche a genitori e insegnanti: prestate attenzione ai nostri ragazzi, a cosa fanno e a cosa dicono, perché è fondamentale”. Molte delle zuffe sono state filmate e girano sulla Rete: urla e grida in sottofondo, "Ammazzalo!", "Spaccagli il c.. o! ", mentre due ragazzini, circondati dal pubblico di coetanei (che non fa niente per fermarli e li aizza) si prendono a pugni.
Come detto, anche il questore Pietro Ostuni è intervenuto: "Non andateci. Ragazzi, dovete sapere che dopo i 14 anni si è imputabili penalmente e che anche soltanto da spettatori si può essere coinvolti. Rivolgo lo stesso invito anche ai genitori, a prestare la massima attenzione a quello che i figli fanno o dicono, soprattutto per evitare che possano farsi male. Finora abbiamo evitato il peggio con tutte le forze dell'ordine impegnate sul territorio: ma il mio invito è a non andare a quei raduni, anche solo per guardare". Ostuni ricorda che il pericolo è di incorrere in ripercussioni gravi quanto gli stessi pugni in faccia delle risse, anche quando ci si crede protetti da un account anonimo: “La Rete non è una lavagna, dove quel che si è fatto può poi essere cancellato per sempre. Ogni scritta, anche se proviene da un anonimo, lascia un segno sulla Rete, a cui è possibile risalire. Certo, servono magari più tempo e accertamenti tecnici specifici, ma nessuno è immune" . "Di tutto quello che ci si scambia su internet – conclude il questore – , dai messaggi ai video, rimane sempre una traccia e nessuno può ritenersi al sicuro dai nostri controlli. Ragazzi, la vera forza è quella del pensiero e del confronto. Usare la forza fisica vuol dire soltanto essere dei deboli".