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Petroliera affondata, cresce e fa paura l’area inquinata: “Triplicata in 4 giorni”

Secondo le autorità di Pechino, dopo il naufragio della petroliera avvenuto il 14 gennaio nel mar della Cina il greggio ha invaso oltre 300 chilometri quadrati di estensione e continua ad allargarsi.
A cura di Susanna Picone
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L'area inquinata è triplicata in quattro giorni. È l’allarme lanciato da Pechino in seguito al naufragio della petroliera panamense avvenuto il 14 gennaio nel mar della Cina. Cresce insomma e fa paura l'area inquinata in seguito all’incidente: le autorità cinesi hanno reso noto che il greggio ha invaso oltre 300 chilometri quadrati di estensione e continua ad allargarsi. A bordo dell'imbarcazione affondata c'erano 136.000 tonnellate di greggio che si sono riversate in acqua e si trovano in balia delle correnti. “Le immagini satellitari hanno rilevato tre fuoriuscite di petrolio per un totale di 332 chilometri quadrati”, così in un comunicato della National Ocean Administration diffuso domenica sera. La marea nera si sta spostando verso nord a causa del vento e delle correnti oceaniche, sarebbero esposte potenzialmente a rischi anche le coste sudcoreane e giapponesi.

Si allarga la chiazza nera – La petroliera Sanchi (che batte bandiera panamense e appartiene alla National Iranian Tanker Company, gestore della flotta di petroliere iraniana) è affondata dopo aver bruciato per una settimana a seguito di una collisione con un mercantile a circa 300 chilometri a est di Shanghai avvenuta il 6 gennaio scorso. Stava spedendo prodotti alla società sudcoreana Hanwha Total, quando si è verificato lo scontro, per cause ancora in via di accertamento, contro una nave mercantile. A bordo c’erano trentadue marinai – trenta iraniani e due bengalesi – che sono rimasti uccisi nel disastro. Il relitto attualmente si trova a 115 metri di profondità ma la quantità di sostanze inquinanti ancora presumibilmente contenuta nella barca non è nota. Oltre al suo carico, il Sanchi conteneva circa mille tonnellate di diesel pesante per far funzionare le sue macchine.

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