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Pesaro, la donna ‘fantasma’ ha passato quasi 50 anni in una stanza. “Vegliata per 7 ore”

Il racconto della guardia medica intervenuta domenica scorsa ad Apecchio: Luciana Simoncelli, 59enne, sarebbe morta a mezzanotte, l’allarme però è stato dato solo al mattino dalla sorella. La donna non usciva di casa da 45 anni. “Era magrissima e sulla fronte aveva diverse ecchimosi” spiega il medico.
A cura di Biagio Chiariello
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C’è ancora mistero sulla vicenda della ‘donna fantasma’ di Serravalle di Carda, frazione di 350 abitanti nel comune di Apecchio (Pesaro e Urbino). Luciana Simoncelli aveva 59 anni ed è morta qualche giorno fa in quella casa dalla quale pare non uscisse dai tempi della scuola elementare, nei primi anni Settanta. Viveva con la madre anziana e la sorella, Valentina. Sarebbe stata lei a chiamare la guardia medica. Sul posto è intervenuto Lorenzo Di Biasio, 37 anni, di Perugia. “Ho ricevuto la chiamata intorno alle 7. Sapevo già che la persona era morta perché così mi è stato detto al telefono” spiega al Resto del Carlino. “Sono arrivato in questa casa e poi sono salito in camera e ho visto questa donna magrissima distesa sul letto, già con la rigidità della morte, segno che il decesso risaliva a diverse ore prima. C’era una signora molto anziana col rosario e la sorella Valentina. La stanza era buia, con le finestre chiuse. Ho chiesto di accendere la luce ma non c’erano lampadine al lampadario. Allora ho fatto aprire le serrande e mi sono accorto della magrezza del corpo, di alcune ecchimosi alla fronte, dei piedi gonfi con delle ulcere” ricorda Di Biasio.

Stando alle spiegazioni  della sorella, Luciana sarebbe morta intorno a mezzanotte davanti ai suoi occhi. “Le ho domandato perché avesse atteso sette ore prima di chiamare un medico, ma non ha saputo dare una spiegazione precisa. Ho chiesto della magrezza e mi ha detto che la sorella non mangiava più da qualche giorno e che ultimamente si era ritirata in casa. Non mi ha riferito che faceva questa vita invece da quasi mezzo secolo. Le ho detto che non credevo al fatto che una magrezza di quel tipo fosse dovuta solo a due o tre giorni di digiuno” dice la guardia medica. Nessuna cartella clinica o esame di laboratorio ad attestare qualche possibile malattia. Ma allo stesso tempo neanche un documento di identità. “Ho scritto il nome e il cognome che mi è stato detto dalla sorella” spiega Di Biasio. “Poi mi ha fatto vedere un vecchia tessera sanitaria. Accorgendomi di questi ematomi alla fronte, ho sollecitato delle spiegazioni. Mi è stato risposto dalla sorella che ultimamente Luciana zoppicava per i piedi gonfi ed era caduta battendo la testa in una sedia. Ho riportato nel referto tutto questo ed ho chiamato qualche ora dopo il medico curante che mi ha confermato di non aver mai visitato in tanti anni la paziente ma di sapere della sua esistenza” dice ancora.

“Ci siamo detti d’accordo – racconta il medico – nel richiedere l’autopsia perché non sappiamo la causa della morte. Ricordo di aver chiesto alla sorella il perché non avessero mai chiamato il 118 di fronte alle drammatiche condizioni della sorella. Mi ha risposto che lei non voleva e che si sarebbe messa a urlare. E a mezzanotte è morta mentre parlavano”.

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