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Persone scomparse in aumento in Italia, la maggior parte sono minori stranieri

Solo una piccola percentuale degli scomparsi degli ultimi 43 anni (il 21%) appartiene alla popolazione italiana. I dati sono stati diffusi dalla relazione semestrale presentata oggi dal commissario per le persone scomparse, il prefetto Vittorio Piscitelli.
A cura di Angela Marino
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Il cartello di un bimbo scomparso 
Il cartello di un bimbo scomparso 

Sono 52.990 le persone scomparse dal 1974 al 31 dicembre 2017 (9.380 italiani e 43.610 stranieri). Questi i primi dati emersi dalla relazione semestrale del commissario straordinario del governo per le persone scomparse, presentata oggi al Viminale dal prefetto Vittorio Piscitelli e dal sottosegretario all'Interno, Domenico Manzione.

Secondo l'analisi statistica contenuta nella relazione la maggior parte degli scomparsi sono cittadini stranieri sbarcati in Italia e successivamente sottrattisi al sistema di accoglienza per ricongiungersi con le famiglie in altri Paesi immettendosi in nuovi flussi. La grande maggioranza degli scomparsi – si legge dai dati – sono minori stranieri (38.049) che, una volta identificati al loro arrivo in Italia, fanno perdere le proprie tracce, allontanandosi dalle strutture di accoglienza. Rispetto al 31 dicembre 2016, si legge ancora nella relazione, si registra una crescita delle scomparse del 21%.

"Solo un piccolo campione degli scomparsi appartiene alla popolazione italiana – commenta il presidente dell'associazione Penelope Scomparsi, l'avvocato Antonio La Scala – il resto è composto da stranieri che vengono inglobati in nuovi flussi migratori, e per i quali, infatti non sono previsti protocolli di ricerca specifici. Tale categoria si discosta da quanti quanti, ogni giorno in Italia, scompaiono perché vittima di reato (omicidio e femminicidio) o affetti Alzheimer o altra malattie che li portano lontano dalle cure dei propri cari".

Secondo i dati diffusi dal ministero si registra un aumento delle denunce di scomparsa, che sono 211.21. "Un segnale positivo, commenta La Scala – da un lato rappresenta la maggior consapevolezza dei cittadini del fenomeno, dall'altro testimonia anche l'accresciuta ricettività delle forze dell'ordine che, da qualche anno, si muovono nell'immediatezza della denuncia e non più dopo le canoniche 48ore".

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