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Perché il matrimonio con Le Pen era una trappola per Grillo

Dopo il botta e risposta tra i due, appare chiaro: nessuna alleanza organica tra il M5S ed il Front National. Grillo ha di nuovo deciso da solo ma, a pensarci bene, ha evitato una vera e propria trappola.
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Non ci sarà alcun tipo di alleanza organica fra il Movimento 5 Stelle ed il Front National, questo appare assodato. Anzi, a leggere le ultime prese di posizione ufficiale, sembra quasi che l'ipotesi non sia mai stata realmente sul tappeto. Da una parte infatti Grillo affida alle pagine del suo blog uno stringato comunicato con cui formalizza la decisione (a questo punto immaginiamo presa da solo) di non stringere alcun tipo di alleanza con il Front National: "Marine Le Pen è una bella signora di grande successo. Nessuno la odia. Ha però un'appartenenza politica diversa dal M5S e per questo non sono possibili accordi. Rien d'autre. Adieu". Dall'altra la Le Pen che, intervistata da Mattioli per La Stampa, spiega: "Per la verità, non gliel’ha chiesto nessuno. Non è mai stata questione. Non capisco perché Grillo ce l’abbia con me. Noi e il suo movimento abbiamo molti obbiettivi in comune, per esempio sbarazzarci dell’euro. Anche se noi, a differenza sua, avanziamo anche proposte concrete su come farlo".

Insomma, a sentire i leader dei due partiti che potrebbero sbancare le urne in Francia ed Italia, sembrerebbe che la questione non si ponga neppure e che la prossima consiliatura europea non vedrà Fn e M5S guidare a braccetto il fronte degli euroscettici. Una scelta che in ogni caso ha provocato più di qualche polemica interna al Movimento 5 Stelle, con iscritti e militanti che hanno sollevato una serie di questioni di carattere pratico – ideologico. In particolare le obiezioni riguardano il modo con il quale è stata presa la decisione di chiudere a Le Pen (va da se che l'obiezione è sempre la stessa, anche se nella forma riveduta e corretta per il livello europeo, ovvero "il Movimento 5 Stelle non fa alleanze"), il paventato "isolamento" anche nel Parlamento Europeo, l'indebolimento conseguente del fronte degli euroscettici e infine la "scoperta dell'appartenenza ideologica". Questo ultimo punto è decisamente interessante e merita qualche considerazione ulteriore.

Grillo infatti ha spiegato che il Front National ha un'appartenenza politica diversa dal M5S, dimostrando soprattutto di non credere al "passo in avanti" della Le Pen sul terreno del post ideologismo. È solo il M5S ad essere compiutamente post – ideologico, nella lettura di Grillo, mentre lo spazio politico del Fn è ben individuabile nella destra populista e neofascista. Insomma, sarebbe così smascherato il bluff della Le Pen, che solo qualche mese fa tuonava contro la ghettizzazione del Fn: "Non accetto la definizione di estrema destra, poiché è un modo per chiuderci in un angolo, noi siamo un partito patriottico, gollista".

Eppure, non c'è alcun dubbio che sussistano evidenti convergenze fra il Fn e M5S (un abbozzo di analisi qui): dall'antieuropeismo (si vedano ad esempio i 4 punti della Le Pen, "la fine dello spazio di Schengen, l’addio all’euro, il patriottismo economico e la superiorità del diritto nazionale sulle direttive europee"), al rapporto con la vecchia classe politica nazionale (popolo vs casta, l'omologazione dei partiti in un magma indistinto, dal pdmenoelle all'Umps), al già citato post-ideologismo, alla questione dell'immigrazione (su cui peraltro il dibattito interno al M5S è vivissimo), fino alla lettura delle cause e delle responsabilità della crisi economica (questione debito, rapporti con le banche e via discorrendo).

Allora, che senso ha la chiusura "a prescindere" di Beppe Grillo? Cominciamo col dire che la decisione del capo politico del Movimento 5 Stelle appare sensata e decisamente opportuna, ma che soprattutto risponde alla stessa esigenza che aveva spinto la Le Pen a provare ad affrancarsi dall'etichetta ideologica: quella di evitare una ghettizzazione a destra, la chiusura delle prospettive di espansione nell'elettorato deluso dal centrosinistra e di mettere le mani avanti di fronte ad ogni possibile strumentalizzazione. Quale sarebbe stata infatti la reazione dell'opinione pubblica e dei media di fronte ad una eventuale "apertura" ai lepenisti è fin troppo facile da immaginare, con una scia di polemiche e precisazioni di cui al momento il M5S non ha davvero bisogno (anche perché alle prese con gli strascichi polemici delle espulsioni e in un momento di grande difficoltà dal punto di vista dell'azione parlamentare). C'è poi anche un mero calcolo politico – strategico. L'obiettivo è a quota 3o%, cifra che si raggiunge solo rilanciando l'alterità del M5S rispetto alle vecchie forme di organizzazione della politica e soprattutto pescando a piene mani nel bacino degli indecisi, degli incazzati e dei "politicamente non schierati": e paradossalmente a destra lo spazio è fin troppo occupato da Ln, Fdi, dalla stessa Forza Italia (che, senza legacci di governo, opterà per una campagna dai toni polemici con la Ue) e da una miriade di altre formazioni "euroscettiche".

Quindi il Movimento 5 Stelle è condannato all'isolamento anche sul piano europeo? Probabilmente sì, con tutti i limiti che ciò comporta. Perché se già la linea del "valuteremo sulle singole proposte" ha poco senso in Italia, figuriamoci in Europa (senza contare la necessità di indicare un candidato alla Commissione ue, oppure le regole più stringenti per la formazione dei gruppi al Parlamento Europeo). E la proposta di favorire la nascita di formazioni "simili" è solo allo stato embrionale. Però, a ben vedere, si tratta di un problema al momento secondario: l'obiettivo vero è quello di "sfondare in Europa per cambiare l'Italia", ovvero quello di utilizzare il boom di consensi come strumento di pressione sulla rattoppata maggioranza che sostiene Renzi. Va da se che prestare il fianco alla banale critica "è alleato dei fascisti", sarebbe l'ultima cosa da concedere…

Ps: poi varrebbe anche un'altra considerazione, ma aspettiamo che sia lo stesso Grillo a metterla nero su bianco. E cioè che la piattaforma populista e qualunquista spesso serve a mascherare vecchie pulsioni autoritarie e reazionarie: e questo non può essere (o meglio, non dovrebbe essere) il sentiero del Movimento 5 Stelle.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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