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Pensioni, l’Inps punta tutto sulla quota 100: ‘corsia preferenziale’ per l’anticipo pensionistico

Priorità alla quota 100, premi produttivi, proroghe, sdoppiamento della data di pagamento delle pensioni e deroghe: l’Inps sembra aver messo in campo una “corsia preferenziale” per la quota 100, l’anticipo pensionistico previsto dalla legge di Bilancio. La Repubblica riporta alcune comunicazioni dell’istituto di previdenza che sembrano dare la precedenza alla quota 100 rispetto alle altre pensioni.
A cura di Stefano Rizzuti
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La quota 100, l’anticipo pensionistico introdotto dall’ultima legge di Bilancio, sembra piacere molto all’Inps. Difatti, secondo quanto riporta la Repubblica, l’istituto di previdenza sta mettendo in campo una sorta di “corsia preferenziale” per favorire il pensionamento con la quota 100. Che si concretizza con le deroghe previste per alcuni documenti da presentare ma anche con l’istituzione di una doppia giornata per il pagamento delle pensioni, che in questo mese verranno versate non solo il primo ma anche il 7 aprile. Ancora, secondo quanto riporta Repubblica, si prevedono premi ai dipendenti più veloci con le pratiche per l’anticipo pensionistico. Una volontà che sembra evidente da parte dell’Inps, ma che potrebbe avere una controindicazione: il rischio di un rallentamento delle altre pratiche, riguardanti le pensioni normali o comunque le altre formule al di fuori della quota 100. Per l’Inps, comunque, si tratta di una “situazione eccezionale, solo per la decorrenza del primo aprile”.

La conferma viene da alcune comunicazioni dell’istituto di previdenza. La prima è la numero 1008 dell’11 marzo, inviata dall’Inps chiedendo di dare priorità alla quota 100: “In via straordinaria, anche in mancanza del certificato del datore di lavoro” che serve per attestare le dimissioni, è il succo del messaggio. Alla comunicazione viene allegato un file Excel con le domande presentate fino a quel momento: sono 42.488 quelle da pagare in 20 giorni. Alla fine, riporta Repubblica, ce la faranno in 26mila. Ci sono poi altri messaggi inviati nei giorni successivi. La comunicazione 1062 del 14 marzo prevede che la quota 100 faccia parte dei premi di produttività ai dipendenti: “Sono introdotti tre indicatori di qualità, specifici delle domande di pensione quota 100, fondati su coefficienti di ponderazione tanto più elevati quanto minore è il tempo di definizione”.

C’è anche la proroga per la possibilità di liquidare le pensioni con quota 100 fino al 29 marzo alle ore 12, ovvero a tre giorni dal primo aprile, giorno di pagamento delle pensioni per tutti gli utenti. Un altro messaggio comunica che le domande per la quota 100 arrivate negli ultimi giorni saranno pagate il 7 aprile. Una novità assoluta, quella della seconda data per il pagamento: mai era successo prima che si pagassero le pensioni in due giorni diversi dello stesso mese (1 e 7 aprile). Di solito, inoltre, i tempi tra la liquidazione della pensione (cioè il via libera dell’Inps) e l’accredito effettivo non sono inferiori ai 20 giorni. In questo caso parliamo di una settimana.

Dalle sedi territoriali si pensa che le motivazioni di questa accelerazione siano fondamentalmente politiche: “Siamo trattati come burattini, facciamo straordinari e sacrifici, poi la gente se la prende con noi perché la pensione non arriva”, sarebbe lo sfogo dei dipendenti. L’Inps si giustifica dicendo che i tempi per l’erogazione delle pensioni non sono cambiati con l’arrivo della quota 100: “Nei primi tre mesi del 2019 abbiamo accolto 114mila domande di pensione, il 14% in più del 2018. Le domande del settore pubblico vengono corrisposte nell’83% dei casi senza soluzione di continuità rispetto alla retribuzione”. Il che vuol dire senza interruzione tra pagamento dell’ultimo stipendio e della prima pensione. Secondo Repubblica, però, spesso il “tempo di attraversamento” tra diritto a ricevere la pensione e primo pagamento richiede in media 50 giorni (200 sono quelli tra la domanda e il pagamento).

Altra questione è quella della rinuncia all’Unilav, ovvero la comunicazione delle dimissioni. Un problema che si potrebbe presentare nel caso in cui si possa rinunciare a questa dichiarazione non solo per i casi eccezionali, come avviene con l’Ape Social. Proprio per questo motivo – denuncia ancora Repubblica – in Puglia e in Lombardia ci sarebbero già alcuni casi in cui l’Inps ha prima confermato la possibilità di ricevere quota 100 al lavoratore e l’ha poi revocata, in quanto mancavano i requisiti. Intanto, ad oggi, secondo i dati Inps, sono state presentate 111.530 domande per la pensione anticipata con la quota 100.

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