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Pedofilia, racconto choc al summit vaticano: “Abusata da prete per 13 anni, ho abortito 3 volte”

Il drammatico racconto di una donna africana al summit sulla pedofilia nella chiesa in corso in Vaticano. “Dall’età di 15 anni ho avuto relazioni sessuali con un prete e il sacerdote mi ha fatto abortire molto semplicemente perché egli non voleva usare profilattici o metodi contraccettivi, se non lo facevo mi picchiava”
A cura di Antonio Palma
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"Dall’età di 15 anni ho avuto relazioni sessuali con un prete. Questo è durato 13 anni. Sono rimasta incinta tre volte e per tre volte  il sacerdote mi ha fatto abortire molto semplicemente perché egli non voleva usare profilattici o metodi contraccettivi.". È una delle terribili testimonianze fatte ascoltare oggi in Vaticano ai prelati riuniti nel summit straordinario sulla pedofilia nella chiesa a cui ha presenziato lo stesso Pontefice . Si tratta di uno dei cinque racconti fatti sentire attraverso una proiezione audio-video all'inizio della seduta odierna del summit, subito dopo la preghiera iniziale e le parole del Papa. A parlare è una ragazza africana, la cui identità non è stata rivelata, vittima di abusi da parte di un prete sin dall'adolescenza e fino all'età adulta .

"All’inizio mi fidavo così tanto di lui che non sapevo potesse abusare di me. Avevo paura di lui e ogni volta che mi rifiutavo di avere rapporti sessuali con lui, mi picchiava" ha raccontato la donna, ricordando: "Siccome ero completamente dipendente da lui economicamente, ho subito tutte le umiliazioni che mi infliggeva. Avevamo questi rapporti sia a casa sua nel villaggio che nel centro di accoglienza diocesano. In questa relazione non avevo il diritto di avere dei ragazzi; ogni volta che ne avevo uno e lui veniva a saperlo, mi picchiava. Era la condizione perché mi aiutasse economicamente… Mi dava tutto quello che volevo, quando accettavo di avere rapporti sessuali, altrimenti mi picchiava".

"Sento di avere una vita distrutta. Ho subito così tante umiliazioni in questa relazione che non so che cosa mi riservi il futuro", ha sottolineato la donna nel suo racconto, concludendo con un appello a vescovi e cardinali: "Non si può abusare di una persona in questo modo. Bisogna dire che i preti e i religiosi hanno modo di aiutare e allo stesso tempo anche di distruggere: devono comportarsi da responsabili, da persone avvedute".

La vittima degli abusi: "La chiesa mi ha isolato"

Altrettanto drammatico il racconto di un'altra vittima degli abusi dei preti, un ragazzo cileno che come tanti altri ha denunciato tutto ai superiori del prete ma si è trovato davanti a un muro di reticenze. "Per un cattolico, la cosa più difficile è riuscire a parlare dell'abuso sessuale; ma una volta che hai preso coraggio e inizi a raccontare – nel nostro caso, parlo di me – la prima cosa che ho pensato è stata: vado a raccontare tutto a Santa Madre Chiesa, dove mi ascolteranno e mi rispetteranno. Invece la prima cosa che hanno fatto è stata di trattarmi da bugiardo, voltarmi le spalle e dirmi che io, e altri, eravamo nemici della Chiesa. Questo è uno schema che non esiste soltanto in Cile: esiste in tutto il mondo, e questo deve finire" ha ricordato l'uomo, concludendo: "Il perdono falso, il perdono forzato non funziona. Le vittime hanno bisogno che si creda loro, che le si rispettino, che ci si prenda cura di loro e si guariscano. Bisogna far guarire le vittime, esser loro vicini, bisogna credere loro e accompagnarle. Bisogna collaborare con la giustizia e cge ciò che il Papa sta facendo in Cile si ripeta come modello in altri Paesi del mondo".

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