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Pdl in crisi di nervi, Silvio saluta e vola a Mosca da Putin

Il Cavaliere vola a Mosca e lascia colonnelli e dirigenti del Popolo della Libertà in mezzo al guado. Anche perché tra giovani e meno giovani ricostruttori e i vecchi colonnelli è scontro totale…
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Ci eravamo lasciati con un Silvio Berlusconi alle prese con la pazza idea dell'operazione Reset PDL, ovvero l'azzeramento delle cariche e degli incarichi di partito in vista della costruzione di una nuova formazione politica. Un soggetto sul modello del partito repubblicano statunitense, magari, ma con la suggestione per l'usato sicuro targato Forza Italia, da costruire non solo attraverso la valorizzazione delle giovani leve pidielline e l'inserimento di personalità di livello provenientio dalla "società civile" (e magari anche dal Governo Monti), ma anche e soprattutto dopo l'epurazione di gran parte del vecchio gruppo dirigente del Pdl. Dirigenti che devono rendere conto non solo del crollo nei consensi, ma anche dell'incapacità di ripensare criticamente la struttura di un partito che, soprattutto a livello territoriale, non sembra che un coacervo di interessi e deboli personalismi. Da qui l'idea: azzerare e ripartire. Magari da un gruppo di fedelissimi, che Libero individua in Daniela Santanchè, Franco Frattini, Michaela Biancofiore, Giancarlo Galan, Nunzia De Girolamo, Giuseppe Moles e Deborah Bergamini e Antonio Martino.

Una prospettiva che ovviamente è giudicata pericolosa dai big del Pdl. A guidare la fronda interna sembrano essere Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri che insistono su un concetto di fondo: il Popolo della Libertà ha bisogno di idee e contenuti, non di sigle e contenitori vuoti; ma soprattutto il rinnovamento generazionale non può essere un modo per far piazza pulita e regalare la macchina del partito a parvenue ed arrivisti. Una situazione di grande confusione alimentata anche dal nervosismo degli ex An (che potrebbero ripensare allo strappo), dalla carica dei formattatori (che parlano di "iniziative che sanno di muffa), dalle grane locali (da ultimo il caso Liguria, con Scajola pronto alla conta) e dalla indecisione di Angelino Alfano, che non riesce a far altro che parlare genericamente di "costruire qualcosa di più bello e più grande". Il Cavaliere intanto, secondo le ultime indiscrezioni, continua a pensare a Corrado Passera come "uomo forte" del dopo Monti. Ma per ora non decide e vola a Mosca dall'amico Putin. Questione di priorità.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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