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Pasticciere negò la torta nuziale a una coppia gay. La Corte Suprema gli dà ragione

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha dato ragione a Jack Phillips, un pasticciere del Colorado che nel 2012 si rifiutò “per motivi religiosi” di preparare una torta per un matrimonio tra due uomini. La Corte ha annullato il precedente pronunciamento della Commissione per i diritti civili del Colorado, a cui la coppia gay si era rivolta.
A cura di Susanna Picone
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La Corte Suprema degli Stati Uniti ha dato ragione al pasticciere che sei anni fa decise di non realizzare una torta nuziale per una coppia omosessuale. Il verdetto, sostenuto da sette giudici e bocciato da due, ha posto fine a una vicenda che si trascinava dal 2012 ovvero da quando, appunto, un pasticciere di Denver – Jack Phillips – rifiutò di realizzare una torta nuziale per David Mullins e Charlie Craig, una coppia gay che avrebbe voluto festeggiare il matrimonio celebrato in Massachusetts. Il pasticciere si tirò indietro parlando di motivi religiosi. “Mi dispiace, ragazzi. Non faccio dolci per matrimonio omosessuali”, avrebbe detto ai due sposi Phillips, proprietario del “Masterpiece Cakeshop”, aggiungendo che “gli artisti creativi hanno il diritto di vendere ciò che vogliono”. Uno dei due sposi rese pubblica la vicenda con un post su Facebook, attirando in particolare l'attenzione della Colorado Civil Rights Commission, che si espresse contro la condotta ritenuta discriminatoria  del pasticciere. Secondo la commissione, il commerciante avrebbe dovuto servire tutti i clienti, a prescindere dal loro orientamento sessuale.

La decisione della Corte d'Appello e il ricorso del pasticciere – Il verdetto fu confermato anche dalla Corte d'appello del Colorado. La Corte d’appello aveva stabilito che la legge anti-discriminazione del Colorado, che cita esplicitamente le discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale, impediva al pasticciere di escludere potenziali clienti perché omosessuali, quindi lui aveva fatto nuovamente ricorso. La causa è arrivata quest’anno in Corte Suprema, che alla fine ha dato ragione al pasticciere, ritenendo che quella corte aveva invece peccato di “ostilità evidente e inammissibile” nei confronti della religione. E quindi il pasticciere del Colorado “obiettore di coscienza” è stato assolto.

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