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Parma, blitz di Forza Nuova contro il sindaco Pizzarotti: “Mamma e papà. Il resto Omofollia”

Uno striscione affisso sotto casa del sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, e il provvedimento con il quale sono stati riconosciuti all’anagrafe quattro bambini nati all’interno di coppie omogenitoriali. L’ira del primo cittadino: “Forza Nuova di ‘forte’ ha solo il nome, per il resto è debole nei contenuti e composta da xenofobi”.
A cura di Ida Artiaco
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Lo striscione trovato fuori casa del sindaco di Parma, Pizzarotti (Facebook).
Lo striscione trovato fuori casa del sindaco di Parma, Pizzarotti (Facebook).

Uno striscione per esprimere il proprio disappunto riguardo al riconoscimento, avvenuto pochi giorni fa, di quattro bambini nati da coppie gay. Così Forza Nuova ha disposto sotto casa del sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, un telone con su scritto: "Mamma e papà. Il resto Omofollia". Un gesto, questo, che il primo cittadino ha immediatamente condannato sui social network. "Chiamano omofollia i diritti di quattro bambini ai quali ho sottoscritto l'atto di riconoscimento di genitori dello stesso sesso. Il diritto, cioè, di quattro bambini a vedersi riconoscere per legge gli stessi diritti di ogni altro bambino di questo mondo", comincia il lungo sfogo condiviso sul profilo Facebook.

"Forza Nuova di ‘forte' ha solo il nome, per il resto è debole nei contenuti e composta da xenofobi – ha continuato Pizzarotti -. Non può nulla contro Parma, perché la nostra era, è e resterà la città dei diritti". Gli stessi esponenti di Forza Nuova hanno ribadito con una nota il pensiero espresso con l'affissione dello striscione fuori casa del sindaco. "La figura dei padri e delle madri – si legge – non può certo essere intercambiabile, l’assenza di una delle due figure genera nel bambino l’impossibilità di sviluppare la propria identità psicologica e la propria identità sessuale. Questo non è amore".

Il provvedimento, adottato nella città emiliana lo scorso 21 dicembre e sancito dagli uffici dell'anagrafe, ha fatto molto discutere i cittadini, provocando anche l'ira del vescovo Enrico Solmi. Quest'ultimo, durante l'omelia di fine anno, aveva detto senza giri di parole "che due uomini e due donne che vivono assieme come marito e moglie non sono famiglia, anche se mettono al mondo dei figli, direttamente o indirettamente. Anche se viene ratificata da una legge o in qualche comune di Italia questa non è famiglia. Vivere sotto lo stesso tetto non basta per essere una famiglia". Ma il primo cittadino ha le idee chiare e non intende retrocedere rispetto alla decisione presa. "Chi ha delle idee e si riconosce nella democrazia si confronta a viso aperto, gli "altri" mettono gli striscioni e fanno scritte nella notte", ha concluso nel suo lungo post su Facebook, dove è stato travolto da un'ondata di messaggi di solidarietà.

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