Parlamentari già in vacanza grazie al mega – ponte: si torna al lavoro il 7 maggio
Sarà anche "la legislatura del cambiamento", come dicono tutte le forze politiche. Ma, per il momento, siamo ancora alle vecchie abitudini della politica, qualcuno avrebbe detto della "casta" solo qualche anno fa. Già, perché in un momento di grande complessità, con lo stallo determinato dal risultato delle elezioni del 4 marzo che impedisce la formazione di un nuovo governo, i parlamentari hanno ben pensato di prendersi una lunga pausa dalle fatiche del lavoro. Così, i neoeletti deputati, ad esempio, si sono recati per l'ultima volta al lavoro il 18 aprile e torneranno tra i banchi di Montecitorio il 7 maggio. Un mega ponte, che mette insieme le festività del 25 aprile, quella del primo maggio ed evidentemente anche un "supplemento di pausa", forse giustificato dalla snervante attesa della soluzione alla crisi di governo.
Eccettuati i membri delle Commissioni speciali (che torneranno al lavoro il 23 aprile, per poi sospendere le attività e riprenderle nel mese di maggio), per gli altri parlamentari la pausa arriva dopo un intenso periodo di lavoro: 12 ore e 56 minuti dal 4 marzo scorso, 780 minuti spalmati su un mese e mezzo, dunque. Una vacanza che arriva anche al momento giusto: proprio in questi giorni è stato erogato il primo stipendio, inclusivo di rimborsi per le spese di mandato, di diaria e rimborsi forfettari. Rimborsi e forfait che vanno anche se, come detto, l'attività parlamentare non è mai davvero cominciata e che copriranno anche il lunghissimo ponte di queste settimane.
Siamo sempre lì, insomma. Il punto non è polemizzare sulla retribuzione dei parlamentari, che può apparire sacrosanta se si considera la complessità del lavoro e l'importanza di collaboratori, assistenti e via discorrendo. Il punto è abbinare vecchie pratiche e vecchi privilegi a rivoluzioni operate a chiacchiere, a proclami di cambiamenti epocali e comportamenti rivoluzionari.