Parigi: si spoglia completamente e apre le gambe davanti alla Gioconda. Arrestata
Ha attirato ancora una volta su di sé lo sguardo di tutti i turisti che in quel momento erano presenti al Museo del Louvre per ammirare la Gioconda di Leonardo. L'artista franco-lussemburghese Deborah de Robertis, 33 anni, già processata in Francia per atti osceni dopo le sue "performance" in altri musei in cui è apparsa nuda di fronte al pubblico, è stata protagonista dell’ennesima performance. Incurante delle regole, ha oltrepassato il cordoncino, si è arrampicata sulla base antistante il celebre dipinto e da lì ha cominciato a dare spettacolo. In seguito, si è spogliata completamente e ha cominciato a gridare: “Mona Lisa. La mia vagina, il mio copyright”. Visitatori chiaramente esterrefatti, ma anche divertiti da quanto successo. Alcuni hanno iniziato ad applaudire e ad urlare. I bodyguard e le guardie sono poi riuscite, con un po’ di difficoltà, ad allontanare la donna e a farla rivestire. "Il mio messaggio è mettere in discussione il posto delle artiste donne nella storia dell'arte. Ecco perché le mie esibizioni nei musei sono necessarie", ha spiegato de Robertis. Arrestata, dovrà nuovamente rispondere di “esibizione sessuale in pubblico”, accusa che già aveva affrontato in passato.
Chi è Deborah de Robertis
Non è la prima volta, dunque, che Deborah de Robertis si rende protagonista di un gesto tanto eclatante. Lo scorso aprile aveva fatto irruzione sempre al Louvre e aveva aperto le gambe davanti alla Gioconda. Si era poi giustificata asserendo di voler “proporre una nuova visione del quadro più famoso del mondo”. In passato, nel 2014, sempre a Parigi, aveva dato mostra di sé al Musée d’Orsay in occasione di una mostra sulla prostituzione. Si era denudata e sdraiata davanti al quadro L'Olympia di Manet con tanto di videocamera per registrare le reazioni del pubblico. Era stata quindi processata e assolta dalle accuse di "esibizione sessuale". I giudici parigini hanno deciso che "allo stato attuale dei costumi in Francia (…)," il gesto dell'artista non costituiva un'esibizione tale da essere condannata.