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Parigi: 400 euro al mese per 6 metri quadri. Italiana sfrattata e picchiata

Elisabetta, una studentessa italiana di 21 anni, è stata sfrattata dal micro appartamento dove alloggiava per aver chiesto le ricevute dell’affitto pagato.
A cura di Davide Falcioni
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Sarà pure una delle più belle città del mondo, ma vivere a Parigi è a dir poco complicato se non hai il portafogli gonfio. Chi si appresta a trasferirsi nella "Ville Lumiere", infatti, si accorge fin da subito che il primo scoglio da superare è quello della casa. Gli affitti sono stratosferici (per capirci, circa il doppio di Roma) e non è diffusa come in Italia l'abitudine di condividere un appartamento in 4-5 persone. Per qualche oscura ragione i francesi preferiscono i cosiddetti "studio", veri e propri buchi di pochi metri quadri contenenti letto, armadio, piccola cucina e talvolta persino un bagno. A Elisabetta, 21enne bolognese studentessa di architettura a Parigi, è toccato di vivere i una soffitta dalle parti di Barbès: 400 euro al mese, 6-7 metri quadri e con soffitto spiovente. Denaro che mensilmente il proprietario di "casa" pretende di avere in contanti.

Elisabetta desiderava un contratto d'affitto ma dopo settimane l'unica cosa che ha ottenuto è stato un certificato di ospitalità: "Quando ho fatto sapere al propritario di casa che me ne sarei andata e che doveva darmi le ricevute – racconta – sono rientrata giovedì sera e me lo sono ritrovato in casa. Era fuori di sé, gridava ‘italiana di merda', aveva buttato via tutti i miei libri e quando ha visto che stavo chiamando la polizia mi ha strappato il cellulare e mi ha spinto buttandomi a terra. Mi ha aiutato la vicina di casa". Insomma, la 21enne è stata aggredita semplicemente per aver chiesto delle ricevute, mentre il proprietario di casa è stato condotto in commissariato e ora rischia una condanna per violenze e affitto abusivo. In attesa di trovare un alloggio decente Elisabetta è tornata nel suo studio di 6 metri quadri, mentre l'associazione francese per il diritto all'alloggio si è spesa per lei: "Chiediamo che venga applicata la legge che per casi come questo prevede che le condanne siano fino a 3 anni di carcere e a 30.000 euro di ammenda".

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