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“Tutti i bambini appena nati hanno diritto alla nazionalità”: Il Papa dice sì a Ius soli

“Nella gestione dell’immigrazione il singolo individuo va messo al centro”. Lo ha detto il Papa nel Messaggio scritto per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2018.
A cura di Annalisa Cangemi
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Anticipazioni del discorso di Papa Francesco del prossimo 14 gennaio, che verrà letto in occasione della giornata del migrante. Sono stati divulgati alcuni stralci del contenuto. Il testo scritto per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2018 ruota attorno al concetto di accoglienza: "Ogni forestiero che bussa alla nostra porta è un'occasione di incontro con Gesù Cristo, il quale si identifica con lo straniero accolto o rifiutato di ogni epoca". E ricorda: "Durante i miei primi anni di pontificato ho ripetutamente espresso speciale preoccupazione per la triste situazione di tanti migranti e rifugiati che fuggono dalle guerre, dalle persecuzioni, dai disastri naturali e dalla povertà. Si tratta indubbiamente di un segno dei tempi che ho cercato di leggere, invocando la luce dello Spirito Santo sin dalla mia visita a Lampedusa l'8 luglio 2013". Proprio per questo Papa Francesco per affrontare la questione, ha voluto istituire il nuovo Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.

La sfida della contemporaneità è rappresentata per il Pontefice dalla ricerca di una soluzione per la gestione delle migrazioni. "L'apolidia in cui talvolta vengono a trovarsi migranti e rifugiati può essere facilmente evitata attraverso una legislazione sulla cittadinanza conforme ai principi fondamentali del diritto internazionale". La via indicata è quella di una adeguata legislazione insomma, e quindi il Papa ritorna sulla necessità di istituire lo ius soli. Per il Pontefice tutti i bambini e le bambine hanno diritto ad avere una nazionalità, fin dalla nascita.

La soluzione andrebbe cercata ponendo al centro la persona, restituendo centralità all'individuo, e proponendo soluzioni alternative alla detenzione degli esseri umani in nome della sicurezza nazionale. In primo luogo andrebbe offerta ai migranti un'adeguata e dignitosa sistemazione al loro arrivo, garantendo un ingresso più sicuro attraverso la creazione di corridoi umanitari. Il Pontefice aggiunge che sarebbe auspicabile "Un impegno concreto affinché sia incrementata e semplificata la concessione di visti umanitari e per il ricongiungimento familiare". È molto importante anche vigilare sull'incolumità dei migranti, evitando le espulsioni collettive e arbitrarie. Bisogna prevedere a questo proposito "Visti temporanei speciali per le persone che scappano dai conflitti nei paesi confinanti", perché spesso nei Paesi d'origine non sono rispettati i diritti fondamentali della persona.

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