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Papa Francesco: “Ho paura di una guerra nucleare, ormai siamo al limite”

Consegnando ai giornalisti una foto di un bimbo vittima della bomba atomica su Nagasaki, Bergoglio non ha nascosto la sua paura di una nuova escalation nucleare: “Basta un incidente per innescare la guerra, bisogna adoperarci per il disarmo nucleare”
A cura di Antonio Palma
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"Sì, ho davvero paura di una guerra nucleare. Siamo al limite. Di questo passo la situazione rischia di precipitare e basta un incidente per innescare la guerra", a parlare è Papa Francesco che oggi, pubblicamente e davanti ai giornalisti che lo interpellavano, ha ammesso di avere paura di una guerra atomica dopo l'escalation di minacce tra la Corea del Nord e gli Stati Uniti. L'occasione per aprire il discorso è stata una iniziativa dello stesso Pontefice che questa mattina, poco prima di decollare da Fiumicino alla volta del Cile, prima meta del suo viaggio in Sudamerica, ha deciso di regalare ai giornalisti al seguito una foto scattata a Nagasaki nel 1945 dal fotografo americano Joseph Roger O'Donnell che documenta le devastazioni della seconda bomba atomica sul Giappone nell'ultimo periodo della Seconda guerra mondiale.

"L'immaginetta che vi ho dato l'ho trovata per caso, è stata scattata nel '45. È un bambino col suo fratellino alle spalle morto, aspettano il turno davanti al forno crematorio a Nagasaki dopo la bomba. Mi sono commosso quando l'ho vista e ho osato scrivere: ‘Il frutto della guerra'", ha spiegato Bergoglio ai giornalisti, aggiungendo: "Ho pensato di farla stampare e darvela perché un'immagine del genere commuove più di mille parole e per questo ho voluto condividerla con voi. La tristezza del bambino solo si esprime nel suo gesto di mordersi le labbra che trasudano sangue".

Inevitabile a questo punto la domanda di un giornalista sui recenti pericoli di una guerra nucleare a cui Papa Francesco ha risposto in maniera diretta: "Sì, ho davvero paura. Siamo al limite". "La situazione rischia di precipitare. Quindi bisogna distruggere le armi, adoperarci per il disarmo nucleare" ha aggiunto Bergoglio. Il papa che arriverà già oggi a Santiago del Cile, visiterà il Cile fino al 18 gennaio per trasferirsi poi in Perù fino al 21 gennaio. Il viaggio in Cile "non sarà tanto difficile, perché nel Paese ho studiato un anno: ho tanti amici, conosco" ha raccontato poi Bergoglio, concludendo:"In Perù invece conosco meno, sono andato tre volte ma solo per convegni e incontri".

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