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Papa Francesco ai giornalisti: “Disinformazione peccato dei media”

Nell’udienza con TV2000 Papa Francesco mette in guardia dai “peccati dei mass media: disinformazione, calunnia, diffamazione”. “Quando si dice metà delle cose non è possibile far capire realtà”, ha spiegato Bergoglio.
A cura di Susanna Picone
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In un incontro con i dipendenti dell'emittente televisiva della chiesa italiana TV 2000 Papa Francesco ha parlato dei “peccati dei mass media”. Peccati quali la disinformazione, la calunnia e la diffamazione. “La disinformazione ti porta a credere soltanto una parte della verità”, ha spiegato il Pontefice. Per Papa Francesco se “i peccati dei media sono la disinformazione, la calunnia e la diffamazione”, il più grave tra questi è proprio la disinformazione perché spinge a dire la metà delle cose, e questo porta a non potersi fare un giudizio preciso sulla realtà. Inoltre per Bergoglio spesso “la comunicazione è stata sottomessa alla propaganda, alle ideologie, a fini politici o di controllo dell'economia e della tecnica” mentre ciò che fa bene alla comunicazione è “il coraggio di parlare con franchezza e libertà”. Anche perché secondo Francesco “una comunicazione autentica non è preoccupata di colpire”. “L’alternanza tra allarmismo catastrofico e disimpegno consolatorio, due estremi che continuamente vediamo riproposti nella comunicazione odierna, non è un buon servizio che i media possono offrire alle persone”, ha detto ancora il Papa rivolgendosi agli operatori di TV 2000.

Papa Francesco si è rivolto in particolare ai media cattolici che, ha ricordato, “hanno una missione molto impegnativa nei confronti della comunicazione sociale: cercare di preservarla da tutto ciò che la stravolge e la piega ad altri fini”. Il Papa ha spiegato che “se siamo veramente convinti di ciò che abbiamo da dire, le parole vengono. Se invece siamo preoccupati di aspetti tattici, il nostro parlare sarà artefatto e poco comunicativo, insipido”. La libertà – ha continuato Francesco – è anche quella rispetto alle mode, ai luoghi comuni, alle formule preconfezionate, che alla fine annullano la capacità di comunicare. Risvegliare le parole: ecco il primo compito del comunicatore”.

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