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Paolo, il giovane chef malato di Sla che ha ridato ai malati i sapori dei cibi

Paolo Palumbo, 21enne chef di Oristano, non si è arreso di fronte alla Sla che gli ha impedito di proseguire nel suo percorso ai fornelli e con l’aiuto di tanti ha portato a ridare ai malati impossibilitati a mangiare il gusto delle pietanze con un tampone che sprigiona i sapori per restituire la gioia del cibo.
A cura di Antonio Palma
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"Quando mi occupo del dolore degli altri mi accorgo che il mio scompare”, così Paolo Palumbo, 21enne chef di Oristano racconta la sua passione per la cucina e la caparbietà che lo ha portato a ridare ai malati impossibilitati a mangiare il gusto e i sapori dei cibi nonostante  il peso dell’essere il più giovane malato di Sclerosi laterale amiotrofica in Italia. La passione del giovane chef sardo per la cucina viene da molto lontano quando era ancora un ragazzino  alle prese con lavori stagionali nelle ville di Porto Cervo. Un interesse coltivato col passare degli anni che però si è dovuto scontrare improvvisamente con la diagnosi di Sla. "All'improvviso gli si è bloccato stranamente il braccio destro. La fisioterapia non funzionava e lì abbiamo temuto il peggio”, racconta sua fratello Rosario a Il Fatto Quotidiano.

Da allora Paolo ha dovuto cambiare vita , costretto in una sedia a rotella, ma la passione per la cucina non lo ha mollato e così è nata l'idea di creare "Il gusto della vita" un tampone che sprigiona i sapori per restituire la gioia del cibo a chi è costretto a nutrirsi attraverso un sondino a causa di malattie neurodegenerative come la Sla. Un progetto che ora si è trasformato in brevetto in attesa di poterlo condividere con gli altri. "Ci siamo accorti che le ricette, anche se omogeneizzabili, una volta trasferite da una sonda allo stomaco non rendevano il senso del gusto" ha raccontato Paolo al quotidiano, aggiungendo: "E allora abbiamo utilizzato la cucina molecolare per estrarre le essenze dagli ingredienti, trasferirle su un tampone e poggiarlo sulla lingua”. "La sensazione è quella di un cibo reale: anzi, mille volte migliore di agglomerati chimici fatti dalle case farmaceutiche”, ha assicurato il 21enne che è pronto a commercializzar centinaia di tamponi entro l’anno.

L'impegno di Paolo però non si è fermato qui, dal momento della malattia ha iniziato a scrivere a sindaci e istituzioni di ogni ordine e grado per sensibilizzare tutti ai problemi della disabilità, girando in lungo e in largo per risolvere i problemi di tanti disabili che non hanno lo spirito o la forza di farlo."Chiedo a tutti di vedere le cose in modo diverso: ogni disabile ha una storia, un passato, un futuro davanti a sé”. Ha ricevuto l'appoggio di Papa Francesco in una lettera e ha incontrato l'ex presidente Usa, Barack Obama. Di fronte  all’invito di quest'ultimo di andare negli Usa per curarsi con terapie sperimentali, Paolo gli ha detto di no perché “Io sono solo uno dei seimila malati di Sla italiani e mi sarei sentito un vigliacco”.

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