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Palermo: gli vietano di vedere la figlia di 7 mesi: papà in sciopero della fame

Giuseppe Artale è un 35enne in sciopero della fame da ieri. La madre di sua figlia non le permetterebbe di vedere la bambina: “Le leggi tutelano le madri e non i padri”, dice.
A cura di Biagio Chiariello
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Giuseppe Artale è un 35enne palermitano che da ieri ha cominciato lo sciopero della fame. L'uomo chiede di poter vedere la figlia, nata da una relazione non stabile. La bimba ha 7 mesi e da quando è venuta al mondo lui ha potuto vederla solo per 20 giorni non consecutivi. Il padre afferma che gli incontri le sono negati dalla madre della piccola, con la quale non è più in buoni rapporti. “Io però ho riconosciuto la bambina e ho versato il mantenimento – dice Artale ai media locali- e adesso, per un rapporto di conflittualità con la madre, a me viene negato il diritto di essere padre e alla piccola quello di poter vivere l'affetto di entrambi i genitori”. E così si è incatenato sotto l'abitazione della madre e vi resterà finché non gli sarà permesso di realizzare il suo sogno, quello di veder crescere ciò che definisce la sua "piccola noce rosa".

La diatriba è iniziata proprio dopo la nascita della bambina. Giuseppe ha riconosciuto la bambina, che porta il suo cognome. Ma la madre, a suo dire, nonostante le richieste gli impedisce di vederla. Peraltro non ci sono ordinanze del tribunale che gli vietino di vedere la figlia. La data dell’udienza per stabilire gli incontri tra lui e la figlia è stata fissata per il 15 dicembre. La bimba compie un anno il 4 dicembre. “L’affido – spiega Giuseppe Artale – al momento è congiunto, non c’è nessuna legge che mi vieti di vedere mia figlia. Le forze dell’ordine non possono intervenire”. L’uomo chiede “che venga cambiata la legge, per garantire il diritto del minore e quello del padre si potrebbe fare in modo che una volta presentata l'istanza per la regolamentazione delle visite e in attesa dell'udienza, si stabiliscano degli incontri in uno spazio giochi o comunque in uno spazio neutro”.

In una situazione così controversa, a farne le spese è soprattutto la bambina. Artale ne è cosciente: “Mia figlia potrebbe sviluppare dei traumi – dice – visto che crescerà con due genitori che non staranno insieme e che probabilmente si rifaranno altre famiglie. Mia figlia non può lottare per un suo diritto e allora lo faccio io, per lei e per me. Di fatto le leggi tutelano le madri e non i padri. Ieri le forze dell'ordine mi hanno detto che la madre ha dato disponibilità di poter vedere mia figlia: ma è già successo altre volte, poi lei scompare per mesi e mi nega la possibilità di vederla. L'ultima volta per cinque giorni non ho avuto notizie di mia figlia, se non dorme nella sua abitazione voglio saperlo”.

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