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Palermo, falsi incidenti per truffare le assicurazioni: fratture con mattoni e carta abrasiva

I Carabinieri di Monreale hanno scoperto una organizzazione criminale specializzata in falsi incidenti per truffare le assicurazioni. 41 le misure di custodia cautelare emesse: la banda sceglieva le proprie vittime, spesso persone povere o tossicodipendenti, e provocava loro fratture con mattoni e carta abrasiva per far avere loro un cospicuo risarcimento assicurativo. Nell’ultimo biennio hanno incassato 2 milioni di euro.
A cura di Ida Artiaco
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Ferite inferte senza alcun tipo di anestetico, utilizzando un pesante mattone di tufo oppure fogli di carta abrasiva per simulare le lesioni di chi finisce rovinosamente sull'asfalto. È quanto scoperto dalle forze dell'ordine di Palermo nell'ambito dell'operazione battezzata "Over" che ha portato nel capoluogo siciliano all'emissione di 41 misure di custodia cautelare, tra cui 16 arresti,  ad altrettanti soggetti appartenenti ad una banda specializzata in falsi incidenti con l'obiettivo di truffare le assicurazioni. L'accusa per loro è di associazione per delinquere finalizzata alle frodi assicurative, lesioni gravissime, falso, calunnia, autocalunnia, rapina e intercettazione abusiva.

Le indagini, condotte dal Nucleo Investigativo del Gruppo di Monreale, hanno accertato il modus operandi dell'associazione, che nel tempo si era specializzata in falsi incidenti stradali, ma provocando ferite e lesioni vere alle vittime complici, nella maggior parte dei casi persone indigenti, tossicodipendenti o affette da disabilità intellettiva, convincendoli della possibilità di guadagnare qualcosa attraverso i risarcimenti assicurativi. Il tutto documentato dai servizi di osservazione, intercettazioni e immagini da telecamere di sorveglianza, che hanno confermato come quasi quotidianamente venivano consumati nella cittadina siciliana una serie continua e ininterrotta di frodi in assicurazioni e reati per lesioni personali. In particolare, venivano simulati incidenti e creati documenti falsi. Negli ultimi due anni la banda avrebbe incassato un totale di 2 milioni di euro di risarcimento per incidenti inesistenti.

Dall'inizio dell'inchiesta sono emerse alcune figure, tra cui quella di Luca Reina, titolare di una agenzia di pratiche assicurative in via Leonardo da Vinci, e di Salvatore Andrea Cintura, componente della nota omonima famiglia di pregiudicati gravitante nel quartiere cittadino del "Cep-Borgo Nuovo", quali soggetti al vertice dell'organizzazione che si sono avvalsi di una cerchia ristretta di collaboratori, oltre a numerose vittime consenzienti, reclutate ad arte da altri complici, e a falsi testimoni, nonché autisti coinvolti nei sinistri, anche loro ovviamente inesistenti. Per la prima volta, sottolineano i carabinieri, il provvedimento cautelare ha colpito anche le vittime compiacenti dei simulati incidenti, i falsi conducenti dei veicoli investitori, i falsi testimoni e i fornitori dei mezzi utilizzati.

Il 15 aprile scorso un'altra operazione, condotta dalla polizia e dalla Guardia di Finanza, aveva portato all'arresto di 42 persone che avrebbero fatto parte della cosiddetta banda degli "spaccaossa", un'organizzazione che procurava gravi lesioni agli arti a persone indigenti inscenando falsi sinistri stradali per intascare cospicui risarcimenti. In quell'inchiesta sono indagate complessivamente 250 persone.

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