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Palermo, calci e pugni sul pancione: picchia la compagna fino a farla abortire

È l’esito di una situazione di violenza domestica e ‘prevaricazioni’ continue, durata circa un anno. L’accusa per F.I. è quella di lesioni gravi e procurato aborto.
A cura di Angela Marino
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Una furia di calci sul pancione: ecco come F.I. un giovane, di Palermo, ha cagionato la morte del bimbo che la compagna portava in grembo e che sarebbe nato di qui a poco. È l'ennesimo, gravissimo, episodio di violenza domestica avvenuto nel capoluogo siciliano, al culmine di uno scatto d'ira. La vittima, una giovane donna, è stata immediatamente ricoverata all'ospedale, dove i medici che le hanno prestato soccorso non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del bimbo che portava in grembo. L'aggressore, invece, è stato arrestato con l'accusa di maltrattamenti, lesioni gravi, violenza privata e procurato aborto. 

È stato l'apice di una situazione di violenza domestica cronicizzata nel tempo. Durante tutta la durata del rapporto, la convivenza è stata costellata da violenze e ‘prevaricazioni continue‘, come ha riferito la polizia alla stampa locale. In più occasioni F.I. ha sfogato la propria rabbia sulla compagna al punto da romperle le ossa del naso, costringendola a farsi medicare in ospedale. Le violenze – purtroppo – non si sono interrotte neanche quando la vittima ha deciso di mettere fine alla relazione, ma sono continuate fino all'intervento del giudice che ha disposto l'arresto. Alla fine di un lungo percorso di indagini, basato sulla denuncia della giovane vittima, infatti, è stata accolta la richiesta di arresto formulata dal pubblico ministero Federica La Chioma del pool specializzato della locale Procura della Repubblica, coordinato dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni.

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