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Pakistan, la polizia stermina a sangue freddo una famiglia innocente: il video choc

Una famiglia innocente è stata sterminata a sangue freddo dalla polizia anti-terrorismo pakistana. Gli agenti in un primo momento hanno fatto credere si trattasse di pericolosi terroristi. In realtà a bordo dell’auto crivellata dai proiettili c’era un negoziante di generi alimentari, la moglie e i loro cinque figli. Dopo la diffusione del video della strage, in tutto il Paese è montata la collera. Il primo ministro, Imran Khan, ha promesso giustizia.
A cura di Mirko Bellis
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Mohammad Khalil e la moglie uccisi assieme alla figlia di 12 anni dalla polizia anti-terrorismo pakistana
Mohammad Khalil e la moglie uccisi assieme alla figlia di 12 anni dalla polizia anti-terrorismo pakistana

Una famiglia innocente è stata sterminata a sangue freddo dalla polizia anti-terrorismo pakistana. E’ la verità emersa dopo la diffusione di un video in cui si vedono gli agenti crivellare di proiettili un’automobile nei pressi di Sahiwal, una città della provincia del Punjab. A bordo del mezzo viaggiavano Mohammad Khalil, un negoziante di generi alimentari, la moglie e i loro cinque figli. Oltre a loro, c’era anche Zeeshan Javed, ritenuto un leader locale dell’Isis. In un primo momento, il Dipartimento Anti Terrorismo (Ctd) aveva diffuso un comunicato in cui dichiarava che quattro "terroristi" legati allo Stato Islamico, dopo aver aperto il fuoco contro gli ufficiali, erano stati uccisi in una "operazione di intelligence" a sud-ovest di Lahore.

L'auto crivellata di proiettili su cui viaggia la famiglia Khalil e un leader locale dell'Isis
L'auto crivellata di proiettili su cui viaggia la famiglia Khalil e un leader locale dell'Isis

Nel video diffuso sui social media si vedono i poliziotti che, dopo aver bloccato l’auto di Khalil lungo un’autostrada, fanno scendere tre dei suoi figli e subito dopo aprono il fuoco sul resto degli occupanti. Poi, come se niente fosse, gli agenti dell’anti-terrorismo ripartono lasciando sul posto quattro cadaveri: Zeeshan Javed, il commerciante, la moglie e la figlia di 12 anni muoiono sul colpo. Gli altri tre figli di Khalil, prelevati dalla polizia, sono stati abbandonati in un stazione di servizio poco lontana dal luogo del massacro.

Quella che doveva apparire come una brillante azione, si è rivelata in realtà un'assurda strage a sangue freddo. Proprio grazie alla testimonianza di Umair, uno dei bambini scampati alla sparatoria, si è potuto far luce su quanto successo. In ospedale il piccolo ha raccontato che la sua famiglia stava andando al matrimonio di un familiare in un'auto guidata dall'amico del padre. Lungo l’autostrada sono stati fermati dalla polizia. “Mio padre ha detto agli agenti che potevano prendersi i nostri soldi, ma loro hanno iniziato a sparare”.

La versione dei fatti di Umair è stata confermata anche da diversi testimoni presenti sul luogo della strage che hanno diffuso sui social le immagini dei corpi senza vita all'interno dell'auto. I due uomini, uno dei quali con ancora le cinture di sicurezza allacciate; la moglie di Khalil e la figlia di 12 anni riverse sui sedili posteriori. “L'operazione è stata condotta con negligenza criminale dai funzionari del Ctd, l'antiterrorismo appunto. Il Ctd, inoltre, ha ingannato il governo cambiando continuamente la sua versione”, ha dichiarato Fayyazul Hasan Chohan, il ministro dell'Informazione del Punjab. La verità dietro l’uccisione di una famiglia innocente ha subito scatenato le proteste e in migliaia sono scesi in strada a Lahore per chiedere la fine degli omicidi extra-giudiziali della polizia.

Sulla strage è intervenuto lo stesso primo ministro pakistano, Imran Khan, affermando di essere rimasto scioccato nel vedere questi bambini traumatizzati dopo l’uccisione dei loro genitori. “Il dolore e la collera del pakistani è comprensibile e giustificato”, ha scritto il premier su Twitter. Khan ha assicurato che non solo i colpevoli avranno una punizione esemplare, ma che inizierà un processo di riforma della polizia del Punjab.

Le autorità pakistane hanno rimosso il comandante dell’unità anti-terrorismo e cinque agenti sono stati incriminati per omicidio. Il fratello Khalil ha dichiarato che il governo del Punjab gli ha proposto un risarcimento di 20 milioni di rupie (oltre 244mila euro). "Ho detto al governo che non vogliamo soldi ma solo giustizia”.

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