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Pakistan, giovane cristiano bruciato vivo in strada da coetanei

Un ragazzo è stato fermato da due coetanei che gli hanno chiesto di che religione fosse. Lui ha risposto “cristiana”, e per questo è stato bruciato vivo.
A cura di D. F.
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Bruciato vivo perché cristiano: è accaduto la settimana scorsa in Pakistan, a Lahore, a un adolescente. Due coetanei lo hanno fermato, picchiato, quindi cosparso di liquido infiammabile prima di dargli fuoco: "Nauman Masih è in condizioni molto critiche, con respirazione assistita e con il 55% del corpo ustionato", spiega il responsabile dell’ospedale Mayo di Lahore, nell’est del Paese, aggiungendo che "quando il 55% del corpo è bruciato ci sono poche possibilità di sopravvivere. Masih può parlare ma non agevolmente".

Stando a quanto riferito dal giovane alla polizia, il ragazzo sarebbe stato avvicinato venerdì scorso da due uomini che indossavano un velo e gli hanno domandato di che religione fosse. "Lui ha risposto che era cristiano e lo hanno colpito, lo hanno ricoperto di cherosene e gli hanno dato fuoco", ha spiegato l'ispettore di polizia Safdar Ali.

Secondo gli ultimi sondaggi i cristiani in Pakistan rappresentano l'1,5% del totale ma da mesi subiscono un'escalation di violenza soprattutto a Lahore, capoluogo della provincia del Punjab, dove alcune settimane fa un attacco contro due chiese rivendicato dal gruppo Jamaat-ul-Ahrar ha provocato 15 morti e 75 feriti. A novembre, invece, ad avere la peggio è stata una coppia di cristiani, prima linciati dalla folla poi bruciati con l'accusa di aver profanato il Corano.

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