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Padova, detenuto omicida si laurea in filosofia ed evade dal carcere grazie al permesso premio

Boris Rasnik, serbo, capace di laurearsi in Filosofia allʼinterno della struttura penitenziaria, ha un curriculum criminale piuttosto pesante. Scontava una condanna a 23 anni per omicidio, ma era ritenuto da tutti un detenuto modello.
A cura di Biagio Chiariello
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Boris Rasnik, 43 anni, serbo, detenuto nel carcere Due Palazzi di Padova, risulta irrintracciabile da mercoledì scorso. L’uomo, considerato sino al 27 settembre un ‘detenuto modello’, con una pena in scadenza il 26 maggio 2024 per omicidio, ha sfruttato un permesso premio ed è evaso facendo perdere le proprie tracce. Il 26 settembre gli era stata data la possibilità di recarsi nella comunità di recupero "Piccoli Passi": per tre ore al giorno poteva svolgere commissioni e incontrare la sua famiglia, invece – nonostante dovesse essere sempre scortato – è riuscito a salire su un'auto che lo aspettava all'interno della struttura e non è più tornato nel penitenziario.

Detenuto modello, laureato in filosofia

Boris Rasnik era stato definito “un esempio altamente positivo in tutta Italia di come possa e debba essere organizzato il reinserimento del detenuto nella società civile attraverso l’offerta di studi”, come evidenzia Il Mattino di Padova. La pesante condanna alle spalle per omicidio, non gli aveva impedito da conquistare il 16 giugno scorso una laurea in Filosofia all’università di Padova con il massimo dei voti discutendo una tesi sulla filosofa e scrittrice francese Simone Weil, dopo aver conseguito la maturità all’Itc Einaudi. Diversi media locali ne avevano parlato, celebrando la sua nuova vita da detenuto redento.

Condannato per omicidio e altri furti

L'uomo era in prigione dal 2003, dopo essere stato estradato dalla Germania e condannato a 23 anni per aver ucciso a colpi di pistola un suo connazionale nel 1996 a Torino. Era stato inoltre accusato di diversi altri furti commessi in molte città del Nord Italia che avevano fatto salire il monte della pena di altri 4 anni. Ma la redenzione pareva completa, tanto che la richiesta di permesso era stata accordata senza problemi. “Rilevato che non vengono segnalate irregolarità comportamentali in ambito intramurario…” si legge nel decreto del tribunale di Sorveglianza, “preso atto della corretta fruizione dei precedenti permessi concessi e ritenuta l’opportunità di consentire all’interessato la prosecuzione dell’esperienza premiale allo scopo di coltivare i propri interessi socio-riabilitativi e familiari… avuta la disponibilità della struttura e il parere favorevole del direttore”.

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