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P3, per i giudici fu associazione segreta: a Verdini contestato solo finanziamento illecito

Otto le condanne inflitte dal Tribunale ma la maggior parte per reati connessi. Assolto dall’accusa di aver dato vita alla società segreta Denis Verdini, condannato però a 1 anno e 3 mesi per finanziamento illecito.
A cura di Antonio Palma
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La Loggia segreta P3 è esistita ed è stata un'associazione segreta creata allo scopo di "condizionare il funzionamento degli organi costituzionali", mettendo in atto tra le altre cose "corruzione, abuso d'ufficio e finanziamenti illeciti". È quanto hanno stabilito oggi i giudici della nona sezione penale del Tribunale di Roma nel processo di primo grado sulla formazione e l'attività dell'associazione eversiva. La Corte ha condannato l'uomo d'affari Flavio Carboni a 6 anni e mezzo di reclusione e l'imprenditore Arcangelo Martino a 4 anni e 9 mesi per aver dato vita ad una associazione che violava la legge Anselmi sulle società segrete. Tra i nomi eccellenti finiti a Processo c'era anche quello dell'ex senatore Denis Verdini che però è stato assolto dall'accusa più grave e condannato a 1 anno e 3 mesi più una multa di 600mila euro solo per il reato di finanziamento illecito.

Tra i condannati per altri reati non legati all'associazione per delinquere, c'è l'ex primo presidente della Cassazione Vincenzo Carbone (2 anni per abuso d'ufficio), l'ex presidente Arpa Sardegna, Ignazio Farris (un anno e 10 mesi per corruzione) e l'ex presidente del consorzio Tea, Pinello Cossu (un anno e 10 mesi per corruzione) nell'ambito del filone che riguardava l’eolico in Sardegna. Per i giudici infatti la P3 è esistita come organizzazione segreta fino al 2010, agendo in questi anni in violazione della Legge Anselmi del 1982, puntando da un lato a condizionare il funzionamento degli organi costituzionali dello Stato, degli enti amministrativi e locali e dall'altro a procurarsi finanziamenti con il coinvolgimento di imprenditori nel settore delle fonti di produzione dell'energia rinnovabile.

Nell’ambito del filone sulla diffamazione all’ex presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, infine, condannato a 10 mesi per diffamazione e violenza privata l'ex sottosegretario all'Economia, Nicola Cosentino. Stessa condanna per l'ex assessore regionale campano e sindaco Ernesto Sica. In totale quindi  il Tribunale ha inflitto otto condanne sui dodici imputati inizialmente. Il reato più grave era contestato anche al giudice tributarista Pasquale Lombardi morto però il 2 marzo scorso. Diversi invece i reati ormai prescritti come l'abuso d'ufficio contestato a Ugo Cappellacci.

Pene lievi dunque rispetto a quelle chieste dal procuratore aggiunto Rodolfo Sabelli e dal pm Mario Palazzi che volevano diciotto condanne, tra le quali quella a nove anni e sei mesi di carcere per Carboni, quattro anni per Verdini, otto per Martino e otto anche per l'ex giudice tributarista Pasquale Lombardi. Erano loro, secondo gli inquirenti, i principali artefici dell'associazione segreta. Per l'accusa l'Obiettivo della P3 era quello "di condizionare il funzionamento degli organi costituzionali, nonché di apparati della pubblica amministrazione dello Stato e degli enti locali, con l'obiettivo di rafforzare sia la propria capacità di penetrazione negli apparati medesimi mediante il collocamento, in posizioni di rilievo, di persone a sé gradite, sia il proprio potere di influenza, sia la propria forza economico finanziaria".

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