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Ospedale della Repubblica di San Marino rifiuta di soccorrere una ragazza perché è italiana

L’Ospedale della Repubblica di San Marino si sarebbe rifiutato di ricoverare una ragazza italiana vittima di incidente stradale e bisognosa di cure perché non sammarinese. Un medico: “E’ un comportamento indegno, siamo di fronte all’apartheid sanitaria e umanitaria da parte di uno Stato. Per le autorità di San Marino, un ferito italiano può anche morire al confine ma loro non vanno ad aiutarlo perché non è un loro cittadino”. Dall’ospedale però negano: “L’Ospedale di Stato San Marino non rifiuta le cure a nessuno”
A cura di Davide Falcioni
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Il medico che ha soccorso la 17enne e accusato l'ospedale di San Marino.
Il medico che ha soccorso la 17enne e accusato l'ospedale di San Marino.

L'Ospedale della Repubblica di San Marino si è rifiutato di accogliere una ragazza italiana vittima di incidente stradale e bisognosa di cure perché "straniera". E' successo due giorni fa: la giovane, di soli 17 anni, è caduta dalla moto in una frazione di Monte Grimano, Montellicciano, in provincia di Pesaro e Urbino ma a pochi chilometri dal confine con la Repubblica di San Marino. La ragazza, come racconta il Resto del Carlino, ha riportato gravi lesioni alle gambe ed è stata soccorsa da un'ambulanza partita da Sassocorvaro, sempre in territorio marchigiano; i medici, dopo aver verificato l'entità dell'infortunio alla diciassettenne, hanno stabilito che sottoporla a un ricovero presso l'ospedale di Sassocorvaro, distante 22 chilometri su strade di montagna, sarebbe stato molto scomodo. Per questo hanno chiesto all'ospedale di San Marino, distante invece solo tre chilometri, di farsi carico della ragazza. Il nosocomio tuttavia ha rifiutato di ricoverare la ragazza.

Michele Nardella, medico del 118 che ha inoltrato la richiesta, ha dichiarato: "La segreteria dell’ospedale di San Marino  ha chiesto alla nostra centrale operativa se la ragazza fosse sanmarinese. Alla risposta che era italiana ci hanno immediatamente negato l’ingresso in ospedale della nostra ambulanza. Così  siamo stati costretti a portare la ragazza all’ospedale di Urbino, distante 25 chilometri di strada tortuosa impiegandoci quasi un’ora prima di arrivare, condannando la giovane a piangere per i sobbalzi che è stata costretta a subire dovendo percorrere strade tortuose e piene di buche".

Il medico ha infine accusato: "E’ un comportamento indegno, siamo di fronte all’apartheid sanitaria e umanitaria da parte di uno Stato. Per le autorità di San Marino, un ferito italiano può anche morire al confine ma loro non vanno ad aiutarlo perché non è un loro cittadino. Allora se è grave lo portiamo a Rimini. E non è certo la prima volta che accade. A Montelicciano c’è una casa di riposo Serenity house, a 200 metri dal confine, e spesso anche in presenza di degenti gravi, in codice rosso, ci dicono di no, non accettano di aprire il loro ospedale nemmeno per infarti o per qualunque patologia gravissima. A meno che sia un cittadino di San Marino. Allora lo prendono subito. Questo è disumano".  Dall'ospedale però rigettano le accuse e danno una versione differente dei quanto accaduto e in una nota che assicura: "L’Ospedale di Stato San Marino non rifiuta le cure a nessuno".

"L’Ospedale di Stato San Marino non rifiuta le cure a nessuno"

"In merito all’accusa di rifiuto di soccorso per l’incidente stradale avvenuto sabato scorso in territorio italiano in prossimità del confine con San Marino e al successivo clamore mediatico, per ciò che concerne le gravi affermazioni rilasciate dal dottor Nardella del 118 di Pesaro – Urbino, l’Istituto per la Sicurezza Sociale dichiara che la Repubblica di San Marino non attua alcun “apartheid sanitaria e umanitaria”, come confermano le molteplici occasioni in cui le ambulanze sammarinesi sono intervenute al di fuori dei confini di Stato e il fatto che mai sia stato rifiutato un paziente di qualunque nazionalità, trasportato da 118 italiani all’ospedale sammarinese.

Esiste un Accordo di intesa siglato tra la Repubblica di San Marino e la Regione Marche “concernente la collaborazione sanitaria” tra le due realtà contigue, che regolamenta le modalità di richiesta e fornitura delle prestazioni ospedaliere e ambulatoriali, compreso l’accesso al Pronto Soccorso.

Da sempre, al di là di regolamenti e procedure, sono stati molteplici i pazienti italiani delle regioni limitrofe e non solo, che sono stati trasportati al Pronto Soccorso di San Marino e comunque mai sono state rifiutate le prestazioni e le cure del caso da parte dell’ospedale sammarinese.

Nella vicenda specifica la sequenza dei fatti è la seguente:
1) La Centrale Operativa del 118 di San Marino, informata dalla Centrale Interforze di un incidente nei pressi del confine di Montelicciano, ha subito contattato la Centrale Operativa di Pesaro per sapere se fosse a conoscenza dell’incidente.
2) Da Pesaro è stato risposto che era già in atto un loro intervento di soccorso.
3) In una successiva comunicazione tra le due Centrali Operative veniva segnalata la richiesta di trasporto della paziente a San Marino.
4) Il 118 di San Marino, in quanto non si trattava di codice rosso, chiedeva la nazionalità della paziente in ragione del fatto che tende ad assistere i suoi cittadini nella propria struttura, a esclusione del percorso legati al trauma center di cui la Repubblica è sprovvista e quindi, indipendentemente dalla nazionalità dei pazienti, li invia ai centri di riferimento specializzati nel trauma.
Rispetto all’evento sono comunque in corso ulteriori analisi e verifiche dei fatti accaduti.
Si evidenzia inoltre che la paziente non è mai transitata o giunta in Pronto Soccorso di San Marino, altrimenti sarebbe stata regolarmente assistita.

Infine si precisa che le relazioni e la crescente collaborazione con la Regione Marche per lo scambio di prestazioni sanitarie sono reciprocamente soddisfacenti e in via di continua implementazione e sviluppo.

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