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Orrore a Cagliari: l’anziano ucciso è in un lago di sangue, i ladri entrano in casa a rubare tutto

Emergono nuovi scioccanti dettagli nelle indagini dei carabinieri sull’omicidio dell’88enne Adolfo Musini, avvenuto nei giorni scorsi nel capoluogo sardo. La sua casa sarebbe diventata una sorta di bancomat, con diverse persone entrate a più riprese per rubare oggetti di valore, tra cui un pc e una tv.
A cura di Biagio Chiariello
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Il cadavere ancora a terra, in un lago di sangue, e i ladri che entrano dalla finestra per rubare oggetti di valore nella sua abitazione. Adolfo Musini, il pensionato di 88 anni ucciso nella sua casa di Cagliari, era diventato un “bancomat” per i tossicodipendenti della zona. Sono i nuovi inquietanti quanto deprecabili particolari sull'omicidio avvenuto nel quartiere di San Michele, nel capoluogo sardo. L’anziano sarebbe stato ucciso durante un tentativo di rapina per racimolare il denaro necessario ad acquistare dosi di cocaina.

Per il delitto è finito in carcere Eugenio Corona, 40 anni, reoconfesso. Gli inquirenti hanno arrestato per favoreggiamento Antonio Perra, 41 anni, che secondo i carabinieri ha fornito a Corona gli abiti di ricambio, nascondendo quelli sporchi di sangue dopo l’omicidio. Sotto i riflettori ci sono poi un 29enne, sospettato di essere entrato in casa di Musini insieme a Corona uno o due giorni dopo l'omicidio per rubare un televisore, e un extracomunitario, ancora da identificare, che avrebbe fatto da ‘palo' consentendo al 29enne di tornare successivamente nella stessa abitazione per trafugare anche un computer.

Una macabra azione di sciacallaggio a delitto già commesso, col corpo di Musini ancora nell’abitazione. E non è escluso, che il gruppo di balordi avesse in mente di tornare nell'appartamento per prelevare altri oggetti di valore. Sia il 29enne che lo straniero rischiano le accuse di furto e ricettazione. I carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Cagliari, coordinati dal maggiore Michele Lastella, stanno ora visionando i filmati di una telecamera di sicurezza della zona per identificare i due. "Il contorno della vicenda si inserisce in una situazione di grave degrado sociale – spiegano i militari – con tossicodipendenti e spacciatori che si riuniscono di solito in sottoscala fatiscenti per consumare principalmente cocaina che viene inalata tramite procedimenti che ricordano quelli del consumo di crack".

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