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Orlando: “Referendum fra gli iscritti se Renzi dovesse siglare un accordo con Berlusconi”

Il leader della minoranza del Partito Democratico definisce “inquietante” lo scenario di un partito della nazione con Renzi e Berlusconi.
A cura di Redazione
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Da qualche settimana, al centro del dibattito politico è tornata la discussione sul “partito della Nazione”, o meglio, sulla necessità delle larghissime intese come unico argine al populismo e come solo modo per governare il Paese. Diverse sono le posizioni in campo, ma comune è la constatazione che, stante il sistema proporzionale attualmente in vigore, il prossimo Governo possa essere nelle condizioni di necessitare di un sostegno “trasversale” agli attuali schieramenti politici.

Oggi, relativamente alla possibilità che un accordo post elettorale veda protagonisti Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, si è espresso il ministro della Giustizia Andrea Orlando, uno dei leader della minoranza del Partito Democratico, ai microfoni di Maria Latella su SkyTg24. Per Orlando uno scenario del genere sarebbe “inquietante e improponibile” e, per il momento, “pare che anche Renzi lo abbia negato”. La linea del PD deve necessariamente subire un cambio di rotta, “bisogna lavorare per evitare un simile scenario”, perché non si può “cessare di essere di sinistra”.

Nel caso in cui un accordo col Cavaliere fosse l’unica opzione per governare, invece? Orlando lancia la sua proposta: “Se ci fosse l'alleanza tra Pd e Berlusconi, chiederei agli iscritti che ne pensano, attraverso un referendum”.

Le amministrative hanno lasciato uno strascico importante e determinato anche una spinta ulteriore per la ricomposizione del campo a sinistra. Sul punto, Orlando spiega: “Al di là delle formule, che non interessano ai cittadini, il problema è che se non riusciamo a parlare allo stesso modo di lavoro, povertà e immigrazione , magari provando a fare lo sforzo di avere un mimino comune denominatore, ogni operazione politica rischia di apparire vuota e falsa […] Se la gente non percepisce una coerenza del progetto politico allora non si muove”.

Quanto alla manifestazione di ieri, il ministro prova a fare un passo in avanti e a lavorare per ricucire lo strappo fra Renzi e Mdp: “Ho riscontrato toni parzialmente diversi tra Pisapia e Bersani, ma questo è un problema che dovranno risolvere nella costruzione del nuovo movimento che ha anime diverse. Le grandi contrapposizioni personali vanno messe da parte, altrimenti vince la destra”.

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