Operaio muore precipitando da 14 metri: per il Tribunale di Torino non ci sono colpevoli
Nessun colpevole per la morte dell'operaio di 59 anni Francesco Esposito, che il 18 ottobre di cinque anni fa perse la vita mentre era al lavoro in un cantiere della Stazione Porta Nuova di Torino. Come racconta il Corriere la prima sezione penale del Tribunale di Torino ha assolto Gerardo Sacco, dirigente di una delle società che avevano vinto l’appalto, Amedeo Augelletta, amministratore di un'altra società che si aggiudicò un subappalto e Corrado Pelizzon, geometra incaricato di seguire i profili della sicurezza. I tre erano accusati di omicidio colposo e nei loro confronti il pubblico ministero Manuela Pedrotta aveva chiesto due anni di reclusione (Augelletta=, un anno e quattro mesi (Pellizzon) e l’assoluzione per Sacco. Esposito morì – come ha ricordato il legale di parte civile Valentina Zancan, che tutela la famiglia della vittima – "un venerdì pomeriggio alle 15,45, con il cantiere semi abbandonato".
Sempre stando al racconto del Corriere le condizioni del cantiere in cui lavorava Esposito non sarebbero state idonee, come dichiararono alcuni tecnici dell'Asl e l'allora procuratore Raffaele Guariniello, che aprì l'inchiesta. E non lo sarebbero state malgrado il committente (Grandi Stazioni) e il luogo, centralissimo, di Torino. Secondo l'avvocato Zancan "i lavori per le coperture della stazione erano gestiti come il più infimo dei cantieri". Per questo i familiari dell'operaio e la Procura sono ora in attesa delle motivazioni della sentenza per ricorrere in appello.
Francesco Esposito, incaricati di pulire i ponteggi alla fine dei lavori, cadde da 14 metri di altezza. Secondo gli accertamenti degli inquirenti camminò sopra a una lastra di plexigas che, a causa della polvere, somigliava a un sostegno del ponteggio, come altri, ma che cedette sotto il suo peso. Sempre secondo l'accusa se fossero state rispettate le norme di sicurezza sul cantiere il lavoratore non sarebbe mai precipitato, né sarebbe morto.