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Operai si tagliano lo stipendio per salvare 29 colleghi dal licenziamento

Gli operai della Falegnami, azienda che produce camere e complementi d’arredo di qualità, hanno proposto di ridursi orario di lavoro e stipendio per salvare 29 colleghi dal licenziamento.
A cura di Davide Falcioni
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Il vertice tra sindacati, proprietà della Falegnami e Confindustria non è andato a buon fine: è stata bocciata, almeno per il momento, la proposta avanzata dai lavoratori di ridursi orario e stipendio per salvaguardare l’occupazione. Permangono, quindi, i 29 esuberi su un totale di 65 dipendenti. "Si tratta di una trattativa difficile – dichiara Alessandro Lippi della Fillea Cgil – ma noi siamo sempre più convinti della bontà della nostra proposta. Anche perché i dati relativi a questi primi due mesi dell’anno indicano un trend positivo che non può essere ignorato. I lavoratori hanno dimostrato il loro attaccamento all’azienda e hanno messo in campo tutto il loro coraggio. Adesso tocca alla proprietà fare un passo in avanti".

La società di Castelfiorentino, che produce camere e complementi d’arredo di qualità, ha annunciato l’apertura di una procedura di mobilità per quasi la metà dei propri lavoratori. Nelle prossime settimane, infatti, finiranno gli ammortizzatori sociali, in particolare il contratto di solidarietà di cui i lavoratori hanno potuto beneficiare negli ultimi due anni. La mossa successiva dell'azienda è stata il licenziamento di 29 dipendenti. Per evitarli gli operai hanno avanzato una controproposta: portare i contratti di tutti da full-time a part-time fino alla fine del 2018 in cambio del ritiro delle mobilità.

Intorno a questa idea il 90% dei dipendenti si è trovato d'accordo, ma purtroppo non la proprietà dell'azienda: "Purtroppo è rimasta arroccata sulle proprie posizioni – prosegue Lippi – è disponibile a discutere della riduzione dell’orario di lavoro, ma non vuole ritirare i licenziamenti. Dal nostro punto di vista si tratta di una posizione che non possiamo assolutamente accettare. È ovvio che la proposta dei dipendenti ha un valore se il loro sacrificio è mirato al rilancio della produzione e all’uscita dalla crisi. Siamo convinti che da questa situazione se ne possa uscire solo tutti insieme. Un’alternativa non esiste. Legittimando i licenziamenti ci rassegneremo ad un futuro in cui dover accettare nuove riduzioni a breve o addirittura dover accompagnare l’azienda alla chiusura di qui alla fine dell’anno".

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