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“Operai licenziati perché si sono iscritti alla FIOM”. La denuncia della CGIL a Torino

La Fiom di Torino ha fatto sapere che due lavoratori della Mussa&Graziano sarebbero stati licenziati perché hanno deciso di iscriversi a un sindacato che, prima, non era mai stato presente in fabbrica.
A cura di Davide Falcioni
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Due lavoratori sarebbero stati licenziati perché iscritti alla Fiom Cgil. E' l'accusa, grave ma determinata, che il principale sindacato dei metalmeccanici muove nei confronti della Mussa&Graziano, azienda torinese specializzata nell'allestimento dei veicoli speciali – come ambulanze, scuolabus e blindati delle forze dell'ordine – per conto del gruppo Fca. I due operai, impiegati come “montatori” da una quindicina d'anni nello stabilimento di via Reiss Romoli di Torino (per la precisione da 16 anni il primo e da 13 il secondo), sono stati licenziati ufficialmente per ragioni economiche, ma secondo la Fiom di Torino dietro alla decisione dei dirigenti della società vi è l'arrivo in fabbrica di un sindacato che finora non aveva mai avuto iscritti all'interno dello stabilimento: “È per noi palese come si tratti invece di licenziamenti discriminatori, che arrivano pochi giorni dopo l’iscrizione di questi lavoratori alla Fiom Cgil – dichiarano il segretario torinese Federico Bellono e il responsabile dell'organizzazione all'interno dell'azienda, Claudio Siviero – Insieme ad un’altra decina di colleghi hanno scelto di iscriversi alla Fiom e hanno manifestato pubblicamente la loro disponibilità a candidarsi nella nostra lista alle imminenti elezioni della RSU”. Uno dei due operai è, tra l’altro, già rappresentate sindacale eletto nelle liste di un'organizzazione in passato.

Stamattina si è svolto, senza esito, il tentativo di conciliazione convocato dalla Direzione del lavoro:  Mussa&Graziano non ha manifestato intenzione di retrocedere dalle sue intenzioni sul provvedimento: “La vicenda fa tornare alla mente i vergognosi licenziamenti per rappresaglia utilizzati dalle imprese negli anni ’50 e ’60 per colpire i militanti sindacali sgraditi – continuano Bellono e Siviero – È inaccettabile che una azienda utilizzi simili ritorsioni per decidere chi deve rappresentare i lavoratori. Non lasceremo soli questi lavoratori che intendiamo assistere e sostenere in ogni sede”.

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