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Omicidio-suicidio Livorno, le amiche di Francesca: “Voleva impedirle di festeggiare S.Valentino”

L’omicidio-suicidio nello studio dentistico a Livorno presso il quale lavorava la vittima, la 45enne Francesca Citi. Ad accoltellarla a morte l’ex marito, Massimiliano Bagnoni. Nei suoi confronti era stato adottato un provvedimento di divieto di avvicinarsi alla donna.
A cura di Susanna Picone
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“Ha scelto questa data non a caso, voleva impedire a Francesca di festeggiare San Valentino con il suo nuovo amore. Voleva che lei fosse sua per sempre”. Parlano così le amiche di Francesca Citi, la quarantacinquenne uccisa ieri dal suo ex marito Massimiliano Bagnoni in uno studio dentistico del centro di Livorno. “Se ci fossero state le bambine probabilmente avrebbe ucciso anche loro”, hanno aggiunto dopo la tragedia, secondo quanto riportato dal quotidiano La Nazione. L’uomo, un quarantacinquenne già denunciato in passato (nei suoi confronti era stato anche adottato il provvedimento di divieto di avvicinarsi alla donna, misura che era scaduta a novembre), si è ucciso nel bagno dello studio dopo aver ammazzato a coltellate Francesca. Secondo le amiche della vittima, Massimiliano era ossessionato dalla ex moglie. Una ossessione che appunto aveva portato la donna a denunciarlo in passato. Anche i vicini di casa, vedendo quell’uomo trasformarsi in uno stalker, avevano tentato di proteggere Francesca.

Il corpo di Francesca trovato dal suo nuovo compagno – Da novembre quell’incubo sembrava però finito, tanto che la stessa Francesca avrebbe tentato di rassicurare amici e parenti. Forse credeva di poter ricominciare ad avere un rapporto normale col padre delle sue figlie tanto che convincersi, ieri mattina, ad aprirgli la porta dello studio dentistico in cui lavorava. Lo studio era chiuso e Francesca era sola. Probabilmente tra i due ex coniugi c’è stato un litigio e infine l’aggressione a coltellate. I condomini hanno riferito di aver sentito delle urla. A trovarla priva di vita in un lago di sangue è stato l'attuale compagno che era andato a cercarla perché lei non rispondeva al telefono. Dopo di lui sono intervenuti i carabinieri che si sono accorti che la porta del bagno dello studio era chiusa dall'interno con la luce accesa. Aperta la porta hanno trovato il secondo cadavere.

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