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Omicidio Renata Rapposelli, l’amica del figlio: “Simone ha una doppia personalità”

Ai microfoni di Chi l’ha visto? le rivelazioni di un’ex amica di Simone Santoleri, l’uomo accusato di aver ucciso la madre. La pittrice anconetana Renata Rapposelli è stata trovata cadavere in una scarpata in prossimità del Chienti, un mese fa.
A cura di Angela Marino
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Importanti rivelazioni sull'omicidio di Renata Rapposelli. Un'amica di Simone Santoleri il figlio della pittrice anconetana accusato della sua morte, ha contattato la trasmissione ‘Chi l'ha visto?' per sottolineare un'informazione importante: al contrario di quanto ha dichiarato Santoleri conosceva bene la zona del Chienti, dove è stato ritrovato lo scheletro di sua madre. L'intervista all'ex amica del 40enne di Giulianova è stata trasmessa nel corso della puntata del 13 dicembre 2017. Oltre a sottolineare un dato importante che ricollega l'uomo al luogo del ritrovamento la donna, che ha preferito, restare anonima, ha fornito altre informazioni che contribuiscono a delineare meglio la personalità del Santoleri.

"Simone mi faceva paura, voleva diventare il mio fidanzato, ma io amavo un ‘altra persona – ha detto alla giornalista Paola Grauso – mi ha anche accusato di essere indemoniata". La stessa accusa che, sempre alle telecamere del programma di Rai tre, Santoleri ha raccontato che gli muoveva sua madre. Dal racconto della donna sembra che Simone Santoleri trasferisca ad altri comportamenti che invece appartengono a lui. 

"Secondo me soffre di doppia personalità", dice. Poi l'amica che per interrompere quella relazione ha dovuto cambiare casa e telefono, parla delle abilità di Simone a manipolare le persone, in particolare quelle a lui vicine come papà Giuseppe Santoleri, l'ex marito di Renata, anche lui indagato per omicidio e occultamento di cadavere in concorso con il figlio: "Suo padre aveva paura di lui" e poi, precisa "non ho mai visto Giuseppe guidare la sua auto: nonostante fosse sua il figlio non gliela lasciava prendere e non gli lasciava neanche gestire i soldi della pensione (l'unico reddito della casa dove padre e figlio vivono insieme, ndr.)".

Dunque, come testimoniato anche da altre persone, Pino Santoleri non guidava, ma ai carabinieri lui e suo figlio hanno dichiarato che era stato proprio lui ad riaccompagnare in auto Renata il giorno della sua morte. È solo un'altra delle innumerevoli incongruenze della testimonianza del Santoleri, che proprio in una intervista a Chi l'ha visto, due settimane prima del ritrovamento del corpo di sua madre- quando era ancora scomparsa – ‘suggerì, involontariamente il luogo del ritrovamento, il Chienti, dove afferma di non essere mai stato.

Infine, l'ultima rivelazione della testimonianza dell'ex amica di Santoleri, riguarda l'uso e la presenza dei farmaci in casa dell'uomo. "Lui ha paura delle malattie, per questo la casa era piena di farmaci, soprattutto tranquillanti. Spesso rimanevo a dormire da lui (a Giulianova, ndr.), perché non ero in grado di tornare a casa, avevo forti mal di testa e – racconta – ho avuto il sospetto che mi somministrasse qualche medicina, quando cucinava qualcosa preparava tutto lui, spremute, tisane".  Il sospetto degli inquirenti, è proprio che l'omicidio di Renata sia avvenuto a seguito di un avvelenamento da farmaci".

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