5 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Omicidio Presta, quando Raffaella diceva: “Se mio marito mi uccide toglietegli il figlio”

Raffaella Presta, l’avvocato uccisa a Perugia lo scorso novembre dal marito Francesco Rosi, avrebbe vissuto i suoi ultimi giorni con la consapevolezza che l’uomo le avrebbe fatto del male. Si confidava con le amiche e a loro diceva di togliere il bambino al marito.
A cura di Susanna Picone
5 CONDIVISIONI
Immagine

“Ho fatto una cosa grave a mia moglie, venite”: era lo scorso 25 novembre quando Francesco Rosi avrebbe usato queste parole per confessare ai carabinieri che aveva appena ucciso la moglie Raffaella Presta con due colpi di fucile. L’omicidio è avvenuto a Perugia proprio nella giornata contro la violenza sulle donne. Subito dalle testimonianze di amiche e conoscenti di Raffaella, avvocato e mamma di un bambino di sei anni, era emerso che la donna era stata già vittima di violenza in passato da parte del compagno. Pochi giorni prima di morire addirittura la vittima aveva mandato un selfie al fratello e a un’amica per mostrare quello che le aveva fatto suo marito. Il volto era tumefatto, pieno di lividi. Lei, però, non aveva mai denunciato il compagno. Per almeno un mese prima del delitto Raffaella Presta avrebbe vissuto con la consapevolezza di essere “condannata a morte”. “Se mi uccide non lasciategli mio figlio”, avrebbe detto alle amiche proprio perché consapevole che Francesco Rosi le avrebbe fatto del male. Negli atti giudiziari di cui scrive il Corriere della Sera il femminicidio di Perugia viene definito “atto finale”. Così Francesco Rosi avrebbe parlato alla moglie che voleva lasciarlo. Se lo fai commetto “l’atto finale”, le avrebbe detto alludendo inequivocabilmente all’omicidio.

Forte la consapevolezza di poter essere ammazzata – Quel che emerge dalle carte dell’inchiesta è il resoconto dell’ultimo mese di vita di Raffaella, picchiata più volte dalla metà del 2014, da quando aveva annunciato di avere un’altra relazione. “La consapevolezza di poter essere ammazzata era oramai talmente forte”, scrive il Riesame raccontando quel colloquio con le amiche, per cui Raffaella aveva stabilito che, “in caso di morte, il figlio venisse affidato alla sua famiglia di origine”. Lunedì i carabinieri del Ris hanno svolto accertamenti balistici sul fucile usato da Rosi per uccidere la moglie. Raffaella è stata ammazzata con due colpi ma nella stanza è stata trovata una sola cartuccia. L’ipotesi degli avvocati che assistono i familiari della vittima è che il marito, che nascondeva l’arma sotto al letto, abbia sparato una prima volta e che poi avrebbe estratto il bossolo, ricaricato e fatto fuoco la seconda volta contro la donna.

5 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views