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Omicidio di Renata Rapposelli, indagini su lenzuola e 11 cellulari

Accusati dell’omicidio della pittrice di Ancona l’ex marito Giuseppe e il figlio Simone. La pittrice è scomparsa lo scorso 9 ottobre dopo aver incontrato i due uomini.
A cura di Angela Marino
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È buio fitto nelle indagini sulla morte di Renata Rapposelli, la pittrice anconetana scomparsa lo scorso 9 ottobre e ritrovata morta un mese dopo sulle rive del Chienti (Macerata). Per ricostruire la dinamica del delitto e cercare elementi che possano collegare i due indagati, Giuseppe e Simone Santoleri all'assassinio, la Procura ha disposto una serie di perizie. Si inizierà con la perizia genetica, cui potrebbe seguirne una di tipo merceologico, entrambe utili ad accertare che tipo di contatti vi siano stati quel giorno tra la vittima e i due presunti assassini.

I carabinieri del Ris hanno prelevato campioni di terriccio in località Tolentino, dove è stato trovato il corpo e le compareranno con eventuali tracce trovate all'interno dell'auto in uso ai Santoleri. Previsti anche esami su cuscini, lenzuola e federe prelevati dalla casa di Giulianova dove i due indagati vivono e dove sarebbe stata per l'ultima volta Renata. Accertamenti anche su fogli di carta trovati addosso al cadavere e su buste di plastica rinvenute nella zona del ritrovamento. Oggi i medici legali Loredana Buscemi e Federica Alessandrini hanno iniziato a valutare reperti biologici da cui estrarre il Dna.

Sarà l'analista forense Luca Russo, già incaricato di svolgere la perizia su due pc, una pen-drive e alcuni telefonini, ad analizzare altri 11 dispositivi, nove dei Santoleri e due di Renata e tre sim-card. L'autopsia, effettuata in due fasi sui resti della pittrice 64enne, non ha consentito di determinare la causa della morte. L'ultima ipotesi formulata, dopo quella di un avvelenamento da farmaci riguarda un possibile strangolamento.

Gli ultimi a vedere in vita Renata sono stati Giuseppe  e Simone Santoleri. I due avevano invitato la pittrice nella loro casa di Giulianova dopo un distacco durato anni. I tre erano in pessimi rapporti e  – secondo la ricostruzione dei Santoleri – proprio  la mattina del 9 avrebbero litigato per motivi economici. Al centro dei conflitti c'era l'assegno di mantenimento (circa 200 euro) rispetto al quale la donna avrebbe chiesto il pagamento di arretrati per la somma di tremila euro. Il giorno dopo la scomparsa di Renata, suo marito Giuseppe è stato ricoverato in psichiatria per una grave crisi. Dopo il ritrovamento del corpo della moglie ha tentato il suicidio.

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