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Omicidio di Castel San Pietro, imprenditore ucciso con 30 coltellate: è stato massacrato

Il corpo massacrato di Lanfranco Chiarini, 76 anni, imprenditore del Bolognese è stato trovato lo scorso 4 gennaio nella sua villetta a Castel San Pietro. Gli inquirenti battono la pista dell’omicidio passionale. Si scava nella vita privata della vittima.
A cura di Angela Marino
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È stato ucciso con 30 coltellate Lanfranco Chiarini, l'imprenditore settantaseienne trovato morto il 4 gennaio nella sua villa a Palesio, a 40 minuti da Bologna. L'autopsia ha chiarito la dinamica di quello che appare come uno dei più cruenti omicidi avvenuti negli ultimi anni nel Bolognese. I fendenti sono stati inferti probabilmente con un coltello da cucina che non è stato ritrovato né sul luogo del delitto né nella zona circostante. La dinamica che emerge dall'auotopsia è quella di una violenta aggressione: i tagli sono stati trovati ovunque: sulle braccia, sulle spalle e alla base del collo. L’esame del corpo, trovato senza vestiti nella camera da letto della villetta di Palesio, ha rilevato anche tracce biologiche che potrebbero condurre, attraverso l'identificazione del profilo biologico, dritto all'assassino.

L'omicida si è accanito sulla vittima

Nelle ultime ore è stata trovata l'auto con cui l'assassino si è dato alla fuga. La Skoda Octavia di proprietà vittima è stata rinvenuta a nove chilometri dalla villa del Chiarini, con le chiavi ancora inserite nel cruscotto. L'assassino l'ha abbandonata lì prima di proseguire la sua fuga con un altro mezzo o con l'aiuto di un complice. Non c'è traccia, invece, della valigetta sparita dalla casa dell'imprenditore contenente la somma di mille euro in contanti e del suo telefono cellulare. L'esame dei tabulati telefonici, tuttavia, permetterà  ugualmente di risalire alle ultime telefonate dell'imprenditore. L'ipotesi degli inquirenti, che in un primo momento avevano pensato ad una rapina finita nel sangue, è quella dell'omicidio avvenuto al culmine di un litigio. Ciò spiegherebbe come mai nella villa della piccola frazione di Castel San Pietro non ci sono segni di effrazione. Anche la dinamica dell'aggressione, del resto, induce a pensare a un delitto passionale: l'assassino si è accanito sulla vittima sferrando decine di coltellate. Gli investigatori stanno scandagliando la vita privata di quel professionista riservato, solitario, da anni separato dalla moglie e padre di una figlia. Indizi potrebbero emergere anche dall'ambiente di lavoro dell'imprenditore, titolare da anni del colorificio Colba, a Villanova (Bologna) di proprietà della famiglia. È stata proprio la sua assenza dall'ufficio, ma mattina del 4 gennaio, a far scattare l'allarme. Il genero dell'uomo, vigile urbano di Bologna, a fare la tragica scoperta.

Un paese sotto choc

È sotto choc ora la piccola frazione di Paleso, poco meno di 30mila abitanti, alle pendici dell'Appennino tosco-emiliano, dove un delitto del genere non si era mai visto. Il sindaco Fausto Tinti ha invitato tutti a mantenere la calma. L'imprenditore aveva scelto di vivere in quella villetta rustica nella solitudine della Valle del Quaderna, alla periferia del paese, dove si vedono solo i cacciatori di cinghiali. Il settantaseienne viveva lì da 13 anni, da quando aveva ristrutturato l'immobile.

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