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Omicidio Ballestri, testimonianza choc: “Costretta a subire rapporti contro la sua volontà”

Sfilata di testimoni al processo che vede imputato Matteo Cagnoni per l’omicidio della moglie, l’amica della vittima: “Giulia doveva subire rapporti contro la sua volontà, poi si chiudeva in bagno a piangere”. La madre del dermatologo: “L’ha fatta grossa”.
A cura di Angela Marino
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Sul rapporto tra Matteo Cagnoni e la moglie Giulia Ballestri, del cui femminicidio è oggi imputato, è stata chiamata a testimoniare in aula Claudia Rotundo, amica della vittima. "Giulia mi raccontava che non ce la faceva più, che lui la seguiva ovunque, anche in bagno".  "La sfiniva" racconta Rotundo, alla quale Giulia avrebbe raccontato anche che suo marito esigeva di avere rapporti sessuali con lei contro la sua volontà, ai quali seguiva, ogni volta, una crisi di pianto. "Ma lui ti vede quando dopo il rapporto vai nel bagno a piangere? – le chiedeva – Certo che mi vede" rispondeva Giulia.

La madre

Nel corso della stessa udienza è stata ascoltata anche una telefonata tra la madre dell'imputato e un'amica ntercettata nell'ambito delle indagini scattate all'indomani del ritrovamento del corpo, un anno fa. "Matteo l'ha fatta grossa" diceva a poche settimane dal femminicidio. "Matteo ha vissuto un trauma talmente grosso per la distruzione della sua famiglia, che non ci ha visto più", prosegue la donna parlando della fine del matrimonio tra suo figlio e la vittima, all'interno della quale, secondo l'accusa, sarebbe maturato il brutale femminicidio andato in scena nella villa di famiglia a Ravenna. "L'hanno pagata tutti e due"."Chi l'avrebbe mai detto – commenta l'amica – sembrava che Matteo fosse Dio sceso in terra".

L'investigatore

Durante l'udienza – come riporta Ravenna Today – è stato ascoltato anche l'investigatore privato assunto dal dermatologo per seguire la moglie. Stefano Cimatti, titolare dell'agenzia investigativa ha raccontato di aver iniziato a seguire Giulia Ballestri il 22 giugno 2016, quando, ad agosto, gli riportarono a Cagnoni di aver visto Giulia entrare in un edificio in via Cilla, Cagnoni accennò ai suoi sospetti su Stefano Bezzi, l'amante di Giulia. Il rapporto di lavoro, riferisce Bezzi, si concluse il 15 settembre, dopo che il titolare dell'agenzia gli aveva riferito di aver visto l'auto di Giulia davanti all'ufficio dell'amante (in deroga all'accordo secondo il quale non avrebbe dovuto vedere Bezzi fino al divorzio, ndr)". "Ok, può bastare" disse. Due giorni dopo Giulia fu ammazzata a bastonate nella villa abbandonata.

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