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Ombre sul video dell’Isis con gli ostaggi giapponesi. Intanto scaduto ultimatum

Diversi studiosi hanno fatto notare le varie incongruenze nel video di recente diffuso dallo Stato islamico con i due ostaggi giapponesi. Intanto, l’ultimatum sul pagamento di 200 milioni di dollari per il rilascio è scaduto.
A cura di Biagio Chiariello
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Ci sarebbero delle strane incongruenze nel  video di recente diffuso dallo Stato islamico (Is) con i due ostaggi giapponesi. Lo fanno notare numerosi studiosi. Innanzitutto Tsuyoshi Moriyama, professore associato presso la Tokyo Polytechnic University ed esperto di tecnologia di immagine, ha evidenziato come i video in realtà potrebbe essere due, girati in luoghi separati, prima di essere combinati in un unico filmato.  Ci sarebbe alcune incongruenze con le ombre di Haruna Yukawa, rispetto a quelle del compagno di prigionia Kenji Goto e del killer jihadista mascherato. Altri segni rivelatori, dice Moriyama, riguano le tute indossate dai due uomini: “sono di tonalità leggermente diverse  e non svolazzano al vento, allo stesso tempo”.

Anche Gabriele Iacovino, vice direttore del Centro Studi Internazionali (Cesi), evidenzia delle contraddizioni nel video: nella sua analisi delle immagini sottolinea come le ombre del volto dei due ostaggi siano in contrasto tra loro, come se la fonte di luce non fosse naturale. Il video, “non sembra essere girato all’esterno, ma all’interno e poi montato”, afferma Iacovino  ad Aki-Adnkronos International, secondo cui questa potrebbe essere una “tattica” dell’Is “per non dare punti di riferimento” ed evitare un blitz per la liberazione degli ostaggi. “Sembra uno sfondo come quello dei telegiornali – aggiunge – Ma non avrei dubbi sul fatto che siano stati sequestrati”.

Scaduto ultimatum per la liberazione degli ostaggi giapponesi

Nel frattempo l’ultimatum sul pagamento di 200 milioni di dollari richiesto per il rilascio di Yukawa e Goto è scaduto, ma i militanti dell’Isis non hanno “consegnato messaggi” sulla loro sorte, assicura il governo di Tokyo che “continua a lavorare alla liberazione e la situazione è ancora difficile”. dice il portavoce Yoshihide Suga, al termine di una giornata ad altissima tensione aperta dall’appello disperato di Junko Ishido, madre del giornalista freelance Goto. “Kenji non è nemico dello Stato islamico”, ha detto la donna in lacrime.

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