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Oggi Günter Grass avrebbe 90 anni: i suoi libri, simboli di un passato ingombrante

Con i suoi romanzi Günter Grass ha ispirato quel “superamento del passato” auspicato dalla Germania del dopoguerra. Lo scrittore Premio Nobel oggi avrebbe 90 anni.
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A cura di Federica D'Alfonso
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Lo scrittore tedesco Günter Grass.
Lo scrittore tedesco Günter Grass.

“Un rompiscatole, un solitario selvaggio nella nostra letteratura addomesticata”, lo definì il collega Hans Enzensberger. In effetti Günter Grass è stato per molto tempo la voce più vivace della coscienza critica della Germania nei confronti della propria memoria, simbolo di quel “superamento del passato” che ha caratterizzato un'intera stagione letteraria europea. Ma anche emblema, negli ultimi anni di vita, di un rapporto con quello stesso passato molto più complesso e oscuro di quanto si potesse pensare.

Il peso del passato e la memoria collettiva

Il 16 ottobre Günter Grass avrebbe compiuto 90 anni. Lo scrittore, scomparso nell'aprile del 2015, ottiene il Premio Nobel per la Letteratura nel 1999 grazie ai suoi romanzi e alle sue “storie feroci, che ritraggono il volto dimenticato della storia”. Ma il suo enorme successo letterario venne offuscato, nel 2006, da una sconvolgente rivelazione sul suo passato: nell'autobiografia “Sbucciando la cipolla” Grass ammise di essersi arruolato spontaneamente alle Waffen-SS, l'efferato nucleo armato del partito nazista condannato come organizzazione criminale dal Processo di Norimberga.

Molti chiesero a gran voce la restituzione del Nobel, e lo stesso Günter Grass tentò in vari modi di spiegare una scelta che, a sessant'anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, minava nel profondo la credibilità sua e delle sue opere. Opere che a causa delle rivelazioni sul suo conto gettano una luce nuova sull'uomo e lo scrittore, ma che grazie ad una riflessione critica (e forse autocritica) su quella storia pesano ancora oggi come macigni sulla nostra memoria collettiva.

La trilogia di Danzica: la storia in simboli

Un tamburo di latta: è questo lo strumento scelto da Günter Grass per dare il via al suo confronto con la storia. I colpi strampalati del giovane Oskar nascondono una difficoltà estrema a relazionarsi con la realtà, di un rifiuto dei modelli precostituiti e di fuga dal proprio dolore. Una narrazione piena di simboli illuminanti, quella de “Il tamburo di latta” primo romanzo della celebre “Trilogia di Danzica” con la quale Günter Grass diviene famoso in tutto il mondo.

La travagliata vicenda personale di Oskar proseguirà, in via ideale, con il romazo del 1961 “Gatto e Topo”: ambientato negli anni fra il Quaranta e il Quarantadue, alle soglie della Seconda Guerra mondiale e sempre a Danzica, il romanzo anche stavolta sceglie la voce degli adolescenti in perenne contrasto con loro stessi e con il mondo, per raccontare, fra le righe della Storia, una battaglia interiore e personale con i propri limiti fisici e psicologici. Così come accadrà in “Anni di cani”, terzo e ultimo romanzo della trilogia, Günter Grass cela all'interno delle sue pagine tantissimi simboli della propria esperienza personale negli anni della guerra.

La totalità territoriale, la nientificazione, inclini all'angoscia e da ricomporre pezzo per pezzo. La finalizzazione. La fine. Ma dopo tutto questo, sulla struttura finale il cielo non si oscurò.

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